
Da destra, Luca Sofri, direttore del quotidiano online Il Post, Alec Ross e la sua traduttrice
«Quello che è successo negli Stati Uniti con l’elezione di Donald Trump può succedere anche in Europa». A dirlo è Alec Ross, esperto di politica tecnologica e consulente di Hillary Clinton quando era Segretario di Stato. In un incontro organizzato alla Fondazione Feltrinelli cerca di rispondere alla domanda che in molti continuano a farsi: com’è possibile che dopo Barack Obama, gli Stati Uniti abbiano eletto un presidente che è quasi l’esatto opposto?
Rabbia sottovalutata – Sarebbe la rabbia, secondo Alec Ross, il motore che ha scatenato l’entusiasmo per un candidato come Donald Trump. Uno stato d’animo che nasce dalle condizioni economiche: «Se nel giro di 40 anni si sono moltiplicati i miliardari, la classe media non ha visto nessun aumento del proprio stipendio», spiega. E prosegue: «I democratici non hanno colto lo squilibrio perché guardavano ai dati nazionali. Come diceva l’ex primo ministro britannico Benjamin Disraeli: ‘Esistono tre tipi di bugie: le bugie, le dannate bugie e le statistiche’». Il risultato, sempre secondo l’ex consulente della Clinton, è che della crescita del Pil hanno beneficiato solamente gli Stati sulla costa, mentre quelli del centro continuavano a invocare un cambiamento concreto. Avendo lavorato fianco a fianco della prima candidata donna per un grande partito alla presidenza, ha individuato subito quello che secondo lui è stato l’errore principale: il tipo di risposta. Se Hillary Clinton ha fatto discorsi complicati, ricchi di incisi e lunghi paragrafi, che spesso risultavano incomprensibili e lontani dalle necessità della classe media, Donald Trump è andato dritto al punto: la colpa è dell’immigrazione, chiudiamo le frontiere e rendiamo l’America great again, di nuovo grande.
Razzismo e difficoltà economiche – «Il peccato originale degli americani è il razzismo», denuncia Ross, e cita i recenti casi di violenze della polizia contro persone di colore. «La classe media bianca e poco istruita, poi, non si capacitava di essere governata dal nero Barack Obama», aggiunge. Sarebbe stata questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso. «Il pregiudizio razziale è un fuoco che si attenua, ma non si estingue mai. A Trump è stato sufficiente soffiarci sopra». La colpa? È soprattutto di Obama e Clinton, che si sono fermati ai dati statistici, senza cogliere il fermento sociale in atto. Secondo Luca Sofri, che ha condotto il dibattito, «ognuno di noi è autorizzato a pensare che è un suo diritto ottenere tutto ciò che vuole, anche quando non ha le capacità per farlo». In altre parole, si è creata un’alleanza di fatto tra la classe media che voleva diventare più ricca e un miliardario e voleva diventare presidente senza nessuna esperienza politica alle spalle.
Passato presente e futuro – Molti temono quello che significherà avere Trump a alla Casa Bianca. Ma il problema è sottovalutare i fenomeni in evoluzione. Saperli leggere. In anticipo. «Hillary è stata rifiutata anche perché simbolo delle istituzioni – prosegue Ross – che però hanno perso in affidabilità. Ecco perché potrebbe accadere anche qui ciò che è successo da noi». Una soluzione viene rappresentata dalla cultura. Dall’educazione e da una maggiore competitività. La ragione per frenare gli impulsi, la paura.
Tecnologia e innovazione – Un Paese, quello a stelle e strisce, che si interroga ma si sta rialzando. Un pilastro per l’economia è la Silicon Valley, culla delle migliori sfide tecnologiche. Una ricetta simile c’è anche per l’Italia. «Ci sono campi in cui l’Italia ha grande esperienza e si potrebbe reinventare, come l’agricoltura, la moda e il design. Questi settori vanno rivitalizzati anche tramite la tecnologia e le innovazioni. Ma serve meno burocrazia e un aiuto maggiore», afferma Ross.
La democrazia – C’è chi si chiede come si possa ripartire se non si può contare nemmeno sulla veridicità di istituzioni e notizie. In altre parole, la democrazia è forse più in crisi dell’economia: tutti si possono esprimere ed essere fonti, ma spesso creano notizie false. «Stiamo vivendo un momento affascinante, ed è solo l’inizio. Puoi creare notizie e usarle come armi, anche se non sono vere. Trump ne è l’esempio», spiega lo scrittore statunitense. E aggiunge: «L’attacco quotidiano ai giornalisti sta mettendo alla prova la democrazia. Al momento non c’è un antidoto, ma le piattaforme web devono assumersi le loro responsabilità e verificare ciò che fanno circolare».