Dopo quasi due anni di vuoto politico e dodici votazioni andate a vuoto, il Libano si appresta a eleggere il nuovo presidente. Il periodo di stallo si è sbloccato dopo il 7 ottobre 2023, da quando Hezbollah si è indebolito a causa della guerra con Israele: il movimento sciita ha perso il suo leader storico Hassan Nasrallah nel corso del conflitto e gran parte delle sue capacità militari. Per questo motivo ha dovuto ridimensionare il suo peso sulla politica interna libanese e ciò ha dato il via libera alle nuove elezioni.

Il generale Joseph Aoun è considerato il candidato favorito, nonostante la prima seduta parlamentare, al via dalle 10 del 9 ghennaio,, si è conclusa con una fumata nera: Aoun ha ricevuto 71 preferenze mentre al primo turno è necessaria una maggioranza qualificata di 86 voti (ovvero i due terzi sui 128 seggi totali). Le schede bianche sono state 37 e quelle nulle 20. Dal prossimo turno, programmata dalle 13.30 italiane, sarà sufficiente la maggioranza semplice di 65 voti. La seduta si tiene in Place de l’Etoile a Beirut, dove si trova la sede del Parlamento libanese.

Rivolte in Libano

Rivolte in Libano

Lo scenario politico  La candidatura di Aoun, comandante dell’esercito, è sostenuta dai paesi occidentali (tra cui gli Stati Uniti) e da quelli arabi anti-iraniani e ha ricevuto il consenso esplicito della maggioranza dei deputati libanesi, anche grazie al ritiro di Suleiman Frangie, uno dei principali candidati dalla corsa elettorale. Fino agli ultimi giorni precedenti al voto, a favore di Aoun si sono già espressi 76 deputati mentre rimane incerto il voto di 52 deputati, per lo più appartenenti all’alleanza sciita HezbollahAmal. Contrari ad Aoun sono i 13 deputati della Corrente patriottica libera guidata da Gibran Bassil e altri 9 deputati non si sono ancora espressi.

Chi è il generale Joseph Aoun Aoun, comandante in capo delle Forze armate libanesi dal 2017, è cristiano maronita e quindi sostenuto dalle forze politiche cristiane, dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita, tra i principali finanziatori della stato. In teoria l’articolo 49 della Costituzione libanese impedirebbe al generale di essere eletto capo di Stato perché avrebbe dovuto lasciare il precedente incarico almeno due anni fa, prima della sua nomina, ma più volte nella storia recente questo articolo non è stato rispettato. Se venisse eletto presidente, Aoun sarebbe il quinto capo delle forze armate a ricoprire il ruolo. Ha 60 anni, è entrato nell’esercito nel 1983 ed è considerato un ufficiale di livello, dopo essere riuscito a mantenere unito l’esercito libanese anche in situazioni di crisi, come quelle più recenti.

Il funzionamento del parlamento libanese – Lo stallo in cui si è ritrovato il paese, contraddistinto da una grave crisi economica, è dovuta anche al complesso sistema di governo. Al fine di tenere conto delle diverse religioni e forze dello scenario politico, in Libano le cariche più importanti sono conferite a seconda delle diverse confessioni religiose: il presidente deve sempre essere un cattolico maronita (come Aoun); il primo ministro deve essere un musulmano sunnita; il presidente del Parlamento sempre un musulmano sciita; il vicepresidente del Parlamento e il vice primo ministro devono essere dei cristiani greco-ortodossi. Anche in Parlamento a ciascuna confessione religiosa viene conferita una quota fissa di seggi.