«Free Gino», si dice a gran voce, si legge su diversi post, si sente nel podcast di Natale di Internazionale, con Zerocalcare come autore. Free Gino è anche una pagina Insatagram. Gino, conosciuto così da molte compagne e molti compagni di proteste antifasciste, in realtà si chiama Rexhino Abazaj, 32 anni, e dal 26 marzo è davvero libero. Era stato arrestato a Parigi a novembre per la partecipazione all’azione di protesta di febbraio 2023 a Budapest (quella portò anche all’arresto di Ilaria Salis), diventando negli ultimi mesi uno dei simboli di manifestanti incarcerati senza tutele.
Visualizza questo post su Instagram
L’arresto – “Gino” Abazaj è stato accusato di essere coinvolto nelle azioni di protesta contrapposte alle manifestazioni per la Giornata dell’Onore di Budapest. Una riocorrenza che ogni anno ricorda le vittime dell’esercito nazista che persero la vita negli scontri con i russi durante la Seconda guerra mondiale e che porta nella capitale ungherese molti militanti di estrema destra da tutta Europa. A febbraio 2023 diversi attivisti antifascisti avevano preso parte a una contromanifestazione: 17, tra cui Abazaj e Salis, sono stati arrestati. L’Ungheria di Viktor Orban ha emesso un mandato di cattura europeo. «Non ci sono prove che io o llaria Salis abbiamo perpetrato alcun attacco ai nazi-fascisti», ha commentato Abazaj in un’intervista al Manifesto.
La liberazione – L’ultima richiesta di liberazione inoltrata dagli avvocati dell’attivista è stata accettata dal tribunale di Parigi. In questi quattro mesi si sono scontrati i giudici della Corte d’appello di Parigi e la Procura. Questa ha sempre raccomandato un atteggiamento meno permissivo nei confronti dell’attivista, mentre la Corte ha deciso di far uscire Abazaj di prigione. Ora, dopo quattro mesi nel carcere di Fresnes, Abazaj è costretto ai domiciliari, senza obbligo di firma e senza braccialetto elettronico. In pratica è costretto a rimanere in Francia in attesa della sentenza sull’estradizione in Ungheria, prevista per il 9 aprile. Lì ora si trova Maja T., un’altra attivista tedesca arrestata per gli stessi fatti di Budapest, estradata dalla Germania a dicembre 2023 e ancora in carcere in Ungheria, dove Salis aveva denunciato episodi di tortura e pessime condizioni igieniche.
Un caso simile – Sempre a novembre è stato arrestato senza apparente motivo anche il veneto Alberto Trentini, volontario dell’Ong Humanity and Inclusion. Questa volta siamo in Venezuela, dove il volontario è stato consegnato alla Direzione generale del controspionaggio militare del presidente Nicolas Maduro. Venerdì 14 marzo il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato con alcuni membri del G7 delle repressioni contro i dissidenti e gli avversari politici da parte del presidente venezuelano, in carica dal 2013. Nessuno ha ancora potuto incontrare il volontario e una delle poche notizie rilanciate dall’Ansa riguarda il luogo di detenzione: El Rodeo I, nella periferia di Caracas.