Il tecnico Marco Vallica, rapito in Libia lo scorso 5 luglio (ansa)

Il tecnico Marco Vallisa, rapito in Libia lo scorso 5 luglio (ansa)

E’ stato liberato nella notte del 12 novembre l’ostaggio italiano Marco Vallisa rapito il 5 luglio scorso nella Tripolitania, in Libia. Lo ha annunciato nella notte il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni con un tweet. Vallisa è atterrato nella mattinata del 13 a Roma. Alla notizia della liberazione, nel comune di Roveleto di Cadeo, nel Piacentino, le campane hanno suonato a festa.

Vallisa, 54 anni, lavorava in un cantiere nella città costiera di Zwara per la ditta modenese “Piacentini Costruzioni” ed è stato rapito assieme ad altri due suoi colleghi, il bosniaco Petar Matic e il macedone Emilio Gafuri. La macchina dei tre è stata ritrovata in strada con le chiavi inserite e fin dall’inizio si è ipotizzato un rapimento con richiesta di riscatto. Matic e Gafuri sono poi stati rilasciati dopo due giorni, mentre il tecnico italiano è rimasto nelle mani dei sequestratori per i successivi quattro mesi.

“Desidero ringraziare calorosamente tutti coloro che hanno lavorato per il felice esito della vicenda. Tale risultato è il frutto di un gioco di squadra dell’Unità di crisi del ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, dei nostri servizi d’informazione e dell’ambasciata d’Italia a Tripoli”, ha dichiarato il ministro Gentiloni.

Vallisa era solo uno degli ostaggi italiani nel mondo. Tutt’ora risultano nelle mani di rapitori padre Dall’Oglio e le cooperanti Vanessa Marzullo e Greta Ramelli in Siria; il tecnico Gianluca Salviato in Libia e il cooperante Giovanni Lo Porto tra Pakistan e Afghanistan.