100628231-69248512-4cca-4db8-b350-773c4297429d

Salvatore Failla (47 anni) e Fausto Piano (60 anni)

Le salme di Salvatore Failla e Fausto Piano resteranno in Libia ancora per un po’. A confermare l’indiscrezione è stato Hussein Al-Zawadi, sindaco di Sabrata, città in cui sono stati uccisi i due tecnici della Bonatti. I corpi, che al momento si trovano nel centro di Surman, verranno consegnati al procuratore generale di Tripoli per una breve analisi prima di essere rimpatriati.

Failla e Piano sono stati uccisi lo scorso 3 marzo nel corso di un conflitto a fuoco tra i sequestratori, probabilmente milizie vicine all’Isis, e forze di sicurezza del governo di Tripoli. Intanto domenica 6 marzo sono rientrati in Italia Filippo Calcagno e Gino Pollicardo, gli altri due tecnici della ditta di Parma sequestrati insieme alle vittime il 19 luglio del 2015 a Mellitah, nel nord del Paese. I quattro avrebbero dovuto lavorare nella zona da cui parte il gasdotto Greenstream che porta il petrolio a Gela, in Sicilia.

Ostaggi italiani

Filippo Calcagno (65 anni) e Gino Pollicardo (55 anni)

La dinamica che ha portato alla morte di Failla e Piano e alla liberazione di Calcagno e Pollicardo è ancora poco chiara. Secondo una prima ricostruzione, i rapitori avrebbero diviso i quattro nella mattinata del 2 marzo portando con sé Failla e Piano e abbandonando al loro destino Calcagno e Pollicardo. Inizialmente sembrava che le trattative per la liberazione fossero a buon punto ma un assalto delle milizie locali di Sabrata ha portato alla morte dei due italiani. Calcagno e Pollicardo, abbandonati nel covo dei miliziani, sarebbero riusciti a fuggire dopo aver forzato la serratura del “carcere” grazie ad un chiodo.

Purtroppo nella vicenda rimangono diverse incognite. A partire dal sequestro. Sulla cattura dei tecnici peserebbe il presunto tradimento dell’autista assunto dalla Bonatti. In mezzo frammenti di fatti e ricostruzioni sugli spostamenti dei sequestratori. Rimane ancora da chiarire anche il ruolo di Hussein al-Zawadi, sindaco della città di Sabrata che avrebbe fatto non poche resistenze alla partenza dei due sopravvissuti, tanto da costringere i servizi segreti italiani a esercitare forti pressioni. Nella gestione della crisi degli ostaggi pesa anche una rottura tra il governo di Tripoli e l’Italia. Le fazioni tripoline contesterebbero all’Italia il supporto all’altro esecutivo ora in carica in Libia, ovvero il governo di Tobruk considerato legittimo da Roma e dagli altri alleati occidentali come Francia e Gran Bretagna.

Intanto, in attesa del rientro delle salme che potrebbe avvenire nei prossimi giorni, alle famiglie delle vittime resta solo il dolore. Ieri Rosalba Failla, moglie di Salvatore, si è scagliata contro Governo e Farnesina: «Lo Stato italiano ha fallito. La liberazione dei due ostaggi è stata pagata con il sangue di mio marito». La donna ha rispedito al presidente della Repubblica anche il cordoglio di Stato: «Cordoglio di Mattarella? Non ha alcun valore per me. Lo Stato ha fallito».

Alberto Bellotto