Le trattative diplomatiche per frenare l’escalation della crisi libica si trasferiscono a Roma. Nel pomeriggio di lunedì 15 aprile è previsto l’incontro tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il vicepresidente del Consiglio presidenziale di Tripoli e braccio destro di Fayez Al SarrajAhmed Maitig, e il vicepremier e ministro degli Esteri del Qatar, Mohamed al Thani. «L’Italia vuole avere un ruolo in Libia come lo ha sempre avuto. Il ruolo è quello di un Paese facilitatore, per il processo di stabilizzazione e pacificazione dell’intero territorio», ha dichiarato il premier Conte, all’undicesimo giorno dall’attacco militare del generale Khalifa Haftar contro la capitale.

Il precedente – Domenica 14 aprile Haftar vola al Cairo per incontrare il presidente egiziano Al-Sisi. E l’Egitto, che fino ad ora si è limitato a fornire i mezzi militari all’uomo forte della Cirenaica e a rifiutare i contatti con Tripoli, ha ribadito chiaramente la propria scelta politica sulla crisi libica. Ma il viaggio di Haftar in cerca di una sponda in Egitto è anche un segnale di debolezza da parte del maresciallo, che pensava di riuscire ad avere un appoggio immediato dalla capitale contro il governo Sarraj e che invece si trova ancora bloccato alle porte di Tripoli. E la garanzia di un sostegno militare di Al Sisi sarebbe decisiva nel caso di un probabile prolungarsi dell’assedio. A meno che Tripoli, con l’aiuto soprattutto del Qatar e della Turchia, non sia in grado di mettere a punto una controffensiva.

La contromossa – Domenica un caccia dell’aviazione di Haftar è stato abbattuto nella zona di Tripoli sud e, secondo alcune informazioni di intelligence, potrebbe essere stato usato proprio un missile antiaereo messo a disposizione dal Qatar. E l’incontro previsto per il pomeriggio di lunedì 15 aprile tra il braccio destro di Sarraj, Conte e il vicepremier qatariota è la conferma ufficiale che un’alleanza Qatar-Tripoli è già in atto. Maitig, in un’intervista a Repubblica, sull’incontro Haftar-Al Sisi ha lanciato un appello: «Al più grande Paese arabo, l’Egitto del presidente Sisi: ti fidi di quest’uomo?». E per rafforzare l’apertura diplomatica di Roma avverte: «Haftar vende all’Europa, al mondo, l’idea che placherà il terrorismo. E invece porterà una guerra civile di 30 anni, l’Isis per 30 anni, la devastazione per 30 anni, una guerra civile tipo Siria in faccia all’Italia».

Il pericolo sbarchi – L’obiettivo ufficiale della mediazione italiana a sostegno della contromossa contro l’asse Haftar-Sisi è rafforzare la collaborazione tra i due dirigenti arabi per contenere l’assedio del maresciallo della Cirenaica, forte dell’aiuto militare dell’Egitto. Ma a preoccupare Roma è soprattutto il ‘prezzo umano’ della crisi libica. Secondo fonti ospedaliere ufficiali sarebbero salite a 160 le vittime civili, tra cui 30 bambini, a 560 i feriti, e sarebbero già 16mila gli sfollati pronti ad attraversare il Mediterraneo in cerca di salvezza. «I confini italiani si varcano solo se si ha diritto di farlo», ribadisce il Viminale in vista di un pericolo sbarchi, mentre la ministra della difesa Elisabetta Trenta, intervenuta a “Circo Massimo” su Radio Capital dichiara: «Non è utile usare certe occasioni per fare politica, in questi casi bisogna lavorare tutti nella stessa direzione per arrivare alla soluzione migliore. Se si dovesse arrivare alla guerra, non avremmo migranti ma rifugiati. E i rifugiati devono essere accolti».