Il suo volto è una manciata di pixel. Questioni di sicurezza. Si riescono appena a notare i capelli biondi e la carnagione chiara. Ma è questa ora l’immagine più diffusa tra Boston e Los Angeles. Dietro la foto modificata c’è Daniela Greene, una donna originaria dell’Est Europa al centro di un’inchiesta della Cnn. Secondo l’emittente televisiva americana la donna mentre lavorava per l’Fbi si sarebbe innamorata di Abu Talha al-Almani, un terrorista dell’Isis su cui stava indagando. Nel 2014 è volata in Siria per sposarlo. Il matrimonio però è durato poco. Appena Daniela si accorge di essere precipitata in un incubo scappa e torna in America. Qui viene arrestata e decide di collaborare con la giustizia. Dopo due anni di carcere ora è di nuovo libera.

La traduttrice laureata in storia –  Daniela nasce in Cecoslovacchia, quando ancora questa nazione esisteva prima di sciogliersi nel 1992. Vive in Germania e dopo essersi innamorata di un soldato americano decide di trasferirsi in Oklahoma dove studia alla Clemson University e ottiene una laurea in storia. Il professore che l’ha seguita nella sua tesi spiega ai microfoni della Cnn che era: «una delle migliori studentesse del suo corso». Nel 2011 Daniela entra all’Fbi come traduttrice, ma tre anni dopo il suo ruolo nell’organizzazione cambia. Diventa investigatrice e comincia ad occuparsi di terrorismo.

Il rapper convertito all’Islam – Quello che è noto alle polizie di due continenti come Abu Talha al-Almani è il tedesco Denis Cusper. Prima di combattere sotto la bandiera nera dell’Isis, Cusper era un rapper. Il suo nome d’arte era Deso Dogg e in rete si possono ancora trovare foto risalenti a quel periodo. Pantaloni larghi, collane vistose e tatuaggi sparsi su tutto il corpo. Nel 2010 un incidente lo porta vicino all’Islam. Dopo aver rischiato di morire fra le lamiere della sua automobile decide di lasciare il rap e comincia un cammino di conversione che in breve tempo lo porta verso l’Isis. I primi segnali di radicalizzazione arrivano nel 2011, quando sul suo profilo facebook Cusper pubblica un video fasullo in cui un soldato americano stupra una donna islamica. Nel 2012 parte per la Siria, base da cui comincia a reclutare giovani tedeschi pronti ad unirsi alla sua crociata.

L’indagine diventa corteggiamento – Le carte recuperate e analizzate dalla Cnn lasciano solo poche tracce di come sia avvenuto l’incontro tra i due. Daniela aveva ricevuto l’incarico di indagare sull’ex rapper e stava tenendo sotto controllo gli account che usava per recuperare nuove reclute. Dal gennaio 2014 i due cominciano a comunicare. Ovviamente alle spalle dell’Fbi. È difficile immaginare quali discorsi abbiamo spinto l’investigatrice a cambiare vita ma nel luglio dello stesso anno Daniela sceglie di partire . Comunica ai suoi superiori che volerà a Monaco per trovare la sua famiglia. Il suo aereo però non arriva in Germania, si ferma ancora più avanti, a Istanbul. Da qui, con la complicità dei terroristi, raggiunge Cusper in Siria. I due si sposano, ma solo per poche settimane.

Il ritorno e la collaborazione – Il 1 agosto 2014 Daniela riesce a tornare in America. Non è chiaro come. Nelle settimane precedenti aveva mandato mail ad amici e parenti, ignari delle ragioni del suo viaggio, in cui scriveva di avere paura, di trovarsi in ambiente duro e di voler tornare a casa. Una volta tornata in patria viene subito arrestata. Decide di collaborare con la giustizia, svelando tutte le informazioni in suo possesso sull’Isis. È per questo che i giudici decidono di condannarla solo a due anni di carcere.

I punti oscuri della storia – La Cnn ha mostrato i documenti in suo possesso che provano quanto accaduto ma i passaggi da chiarire sono ancora molti. Tre soprattutto meritano nuovi approfondimenti. Il primo è relativo ai rapporti tra Daniela e l’Fbi. La donna di origini europee è stata assunta come traduttrice ma in soli tre anni è passata a ricoprire un ruolo chiave come quello di investigatrice, occupandosi addirittura di un reclutatore dell’Isis. Il secondo riguarda invece l’entrata e l’uscita dalla Siria. Daniela è riuscita ad entrare nel territorio dello Stato Islamico nonostante fosse una dipendente dell’Fbi e soprattutto è riuscita ad uscirne illesa malgrado fosse venuta a conoscenza di informazioni sensibili. L’ultimo nodo da sciogliere riguarda la pena. La sentenza media per reati che riguardano l’affiliazione all’Isis è di 13,5 anni, ben lontani dai due a cui è stata condannata l’ex investigatrice. Un ufficiale del Dipartimento di Giustizia ha dichiarato che che la sua pena è in linea con casi simili, quando però la Cnn gli ha chiesto quali fossero questi casi si è rifiutato di rivelare altri dettagli.