Not my King” (“Non il mio re”) è la frase che alcuni attivisti avevano scritto sulla maglietta durante la cerimonia per l’incoronazione di Re Carlo III e della Regina Camilla celebrata sabato 6 maggio. Altri avevano in mani un megafono per gli slogan. In apparenza, secondo gli osservatori, il dissenso non ha avuto sbocchi violenti. I poliziotti inglesi sono comunque intervenuti e hanno fermato 64 anti-monarchici, quattro dei quali incriminati formalmente. Questo è il bilancio del terzo e ultimo giorno di festa dopo la grande cerimonia, nel “Big help out” day, ovvero il grande finale dedicato al volontariato.

Le polemiche – La polizia metropolitana aveva annunciato nei giorni precedenti all’incoronazione che avrebbe avuto una bassa tolleranza nei confronti delle persone contrarie alla monarchia nel caso questi aessero tentato di interrompere la cerimonia. Oltre 60 fermi però sembrano esagerati a molti esponenti politici tra cui Caroline Russell, esponente dei Verdi e presidente per la polizia e la lotta al crimine all’Assemblea di Londra, che, come riporta l’agenzia ANSA, ha definito «davvero preoccupante» quanto è successo. Lo stesso sindaco di Londra Sadiq Khad ha chiesto a Scotland Yard di fare «urgente chiarezza». Al momento degli arresti gli agenti non hanno fornito informazioni sui motivi del fermo, «Sono in arresto, fine» si sente in un video pubblicato su Twitter.

Chi sono gli anti-monarchici – Gli attivisti fermati fanno soprattutto parte del gruppo guidato da Graham Smith, detenuto per 16 ore e poi rilasciato. Smith è il segretario del movimento Republic e convinto attivista repubblicano: durante l’incoronazione aveva un megafono con il quale diffondeva i suoi slogan anti-monarchici tra cui “Not my King”, dando così “voce” ai  numerosi cartelli. Republic è nato nel 1983 e nel 2006 è diventato un gruppo di pressione elettorale. Sabato 6 maggio gli attivisti si stavano dirigendo verso Trafalgar Square quando Smith e altre sei persone sono state arrestate. Presenti anche gli esponenti del movimento ecologista Just Stop Oil.

Il Public Order Act Rishi Sunak, l’attuale premier inglese, ha approvato una legge chiamata Public Order Act, già firmata da Re Carlo III, in base alla quale è previsto fino a un anno di carcere per chi blocca strade, aeroporti e ferrovie in occasione di grandi eventi sportivi e culturali. Con questa norma la polizia può anche perquisire preventivamente tutti coloro che ritiene molesti per bloccarli prima che commettano danni.