
Il grattacielo e la gru nella zona di Vauxhall a Londra contro i quali avrebbe urtato l'elicottero (ANSA/ANNA LISA RAPANA')
La mattina del 16 gennaio sullo skyline di Londra alla solita nebbia si è aggiunta una fitta nuvola di fumo. Circa alle 8 del mattino la Polizia di Londra ha appreso la notizia: un elicottero si è schiantato contro un grattacielo nella centralissima zona di Vauxhall al sud del Tamigi.
La tragica analogia con gli attentati dell’11 settembre ha fatto subito pensare ad un atto terroristico, anche per la vicinanza del luogo dell’incidente alla sede dei servizi segreti britannici, il MI6, e alla nuova ambasciata americana attualmente in costruzione. “Tutti hanno pensato che si trattasse di un attacco”, ha detto a Sky News un testimone oculare, Matt Harverson. Ma poi è arrivata la smentita della polizia londinese, secondo la quale nulla lascerebbe pensare a un attentato.
A bordo dell’elicottero – probabilmente un Augusta 109 – viaggiava solo il pilota, morto a causa dell’incidente insieme ad un’altra vittima sulla quale la polizia non ha ancora fornito dettagli. Il velivolo stava partendo o si stava dirigendo verso un piccolo eliporto privato che si trova vicino alla zona in cui è accaduto lo schianto. La mattina del 16 gennaio c’era una forte nebbia, tanto che era stato chiuso il City Airport. Secondo le prime ipotesi è stata proprio la nebbia a provocare l’incidente: il pilota probabilmente non ha visto la gru sul grattacielo è l’ha investita.
Tutta la zona è stata evacuata per il timore che il carburante uscito dall’elicottero dopo lo schianto potesse creare ulteriori incendi. I vigili del fuoco sono riusciti a spegnere molto velocemente tutti gli incendi nel quartiere meridionale di Londra interessato dall’incidente. Il bilancio è però pesante: oltre alle due vittime, 11 persone sono rimaste ferite, di cui una in modo grave.
Anna Lesnevskaya