Christine Chanet, a capo della Commissione d'inchiesta in Israele

“Le colonie sono istituite e sviluppate per il beneficio esclusivo degli israeliani ebrei, e vengono mantenute attraverso un sistema di segregazione totale tra i coloni e la popolazione che abita nei territori occupati”. E’ una presa di posizione forte quella espressa dall’Onu, nel rapporto stilato dalla Commissione d’indagine sui diritti umani.

Da Ginevra, le Nazioni Unite mandano così una doppia richiesta a Israele: non solo fermare l’espansione degli insediamenti, ma anche procedere al ritiro di tutti i coloni dalla Cisgiordania occupata, pratica che viola le leggi internazionali. Il tutto senza precondizioni.

Il Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani si è riunito in Svizzera e ha discusso il rapporto d’inchiesta di un gruppo di esperti guidato dal giudice francese Christine Chanet, membro del Comitato per i diritti umani e contro la tortura. Il documento è frutto di una missione internazionale indipendente per stabilire i fatti e studiare gli effetti delle colonie nei Territori palestinesi.

Il rapporto sarà valutato dai 47 Stati membri del Consiglio per i diritti umani il 18 marzo prossimo. Ma Israele non ci sarà. Lo stato ebraico boicotta le riunioni del Consiglio da tempo, proprio da quando l’organismo Onu ha dato mandato alla missione di Christine Chanet.

E immediata è stata la reazione del ministero degli Esteri israeliano, che replica: “L’unico modo per risolvere i problemi fra israeliani e palestinesi, compresa la questione degli insediamenti, è mediante trattative dirette, senza precondizioni”. Israele giudica il rapporto Onu controproducente per gli sforzi di pace. Il dialogo sulla questione palestinese resta fermo al 29 novembre scorso, quando la Palestina fu accettata dall’Assemblea dell’Onu come Stato osservatore. Il giorno dopo, il premier israeliano Netanyahu lanciò il piano di sviluppo di nuovi insediamenti.

Silvia Ricciardi