«Al diavolo». Ha risposto così Boris Johnson a chi gli chiedeva se avesse intenzione di dimettersi, dopo l’ennesimo terremoto che ha scosso il suo governo. Nella giornata del cinque luglio si sono dimessi il ministro delle Finanze, Rishi Sunak, quello della Salute Sajid Javid e quello dell’Educazione Robin Walker. Tutti usciti dal governo in aperta polemica con il premier britannico, al centro di una serie di scandali che stanno minando sempre più la credibilità del suo governo. «Il pubblico si aspetta giustamente che il governo sia condotto in maniera propria, competente e seria. Penso che valga la pena battersi per questo, ed è il motivo per cui mi dimetto», ha dichiarato Sunak. Ancora più duro è stato Javid: «i cittadini britannici si aspettano integrità dal loro governo, ma ora pensano che l’amministrazione Johnson non sia né competente né agisca tantomeno nell’interesse della Nazione». Sono forse le ore più dure per Boris Johnson da quando ha vinto le elezioni nel 2019. Poco fa si sono dimessi anche altri due membri del governo: Will Quince, viceministro responsabile del dossier della Famiglia e dell’Infanzia, e Laura Trott, ministrial aide – qualcosa di meno di una sottosegretaria – ai Trasporti. Anche Quince, che solamente lunedì aveva rinnovato la fiducia al premier, nella sua lettera di dimissioni ha spiegato di lasciare l’esecutivo con «grande tristezza», dopo che Johnson ha prima negato e poi ammesso di sapere che Chris Pincher, ex vice-capogruppo parlamentare, fosse stato già stato indagato in passato per molestie nei confronti di diversi uomini. In totale sono oltre una mezza dozzina gli abbandoni nelle posizioni junior dell’esecutivo: ieri si sono dimessi anche Bim Afolami, da vicepresidente del partito, e Andrew Murrison, da inviato commerciale con il Marocco. Se ne sono andati due segretari privati del Partito conservatore, Jonathan Gullis e Saqib Bhatti.

LO SCANDALO – Alla base della profonda crisi del governo Johnson c’è lui: Chris Pincher. L’ormai ex parlamentare conservatore che si è dimesso dopo che diversi uomini, tra cui un altro deputato, avevano denunciato di essere stati molestati in seguito a una festa in un Gentleman Club di Londra. Non sono bastate le scuse e le dimissioni di Pincher dal proprio incarico nell’esecutivo Johnson per placare le polemiche. A segnare una nuova pagina dello scandalo è stato Simon McDonald – nel 2020 segretario generale del Foreign Office – che ha dichiarato come Johnson fosse a conoscenza di un precedente caso di molestie da parte di Pincher, ma che nonostante questo lo ha promosso al ministero per l’Edilizia. Il caso Pincher è l’ennesimo scandalo che ha travolto il governo britannico, dopo il “Partygate” risalente ai mesi di marzo e aprile 2020: Boris Johnson in persona era stato sorpreso a organizzare diverse feste private, mentre il resto del Paese era costretto al lockdown. In quel caso Johnson se la cavò con delle scuse pubbliche, questa volta però potrebbero non essere sufficienti. Il primo ministro inglese dovrà infatti affrontare nella giornata di oggi prima il consueto Question Time alla Camera dei Comuni e poi il “Liaison Commitee”, l’assemblea del partito conservatore che riunisce i presidenti di tutte le commissioni parlamentari, e che potrebbe spingere non solo per un rimpasto di governo, necessario comunque dopo le ultime defezioni, ma anche per una sua rimozione come premier.

L’ARRESTO – Intanto anche la Premier League, il massimo campionato di calcio inglese, è scossa da un altro scandalo sessuale. Il “Sun” ha infatti rivelato questa mattina che la polizia ha arrestato un calciatore di 30 anni accusato di violenza sessuale. Un’indiscrezione confermata da Scotland Yard, che ha rivelato che sei agenti si sono infatti presentati nella residenza del giocatore a Barnet, nel nord di Londra, e lo hanno ammanettato alle 3 di questa mattina e interrogato per oltre 15 ore. Una donna avrebbe infatti sporto denuncia contro il calciatore mostrando foto di contusioni e violenze subite durante una vacanza in una località non specificata del Mediterraneo. Il nome dell’atleta rimane per il momento ancora segreto, ma alcuni media britannici assicurano che si tratta di una “star internazionale” di 30 anni, che dovrebbe anche partecipare ai prossimi Mondiali, in programma in Qatar nel dicembre 2022.