Chiuso in isolamento e sorvegliato a vista nel carcere statale di Huntington in Pennsylvania, Luigi Mangione nega tutto. Arrestato dopo una fuga di cinque giorni in un McDonald’s di Altoona, sempre in Pennsylvania, il ventiseienne di origini italiane è accusato dell’omicidio di Bryan Thompson, Ceo di United Healthcare. Una pistola creata con la stampante 3D e delle impronte, che coincidono con quelle lasciate dal sospetto killer, sono bastate per incriminarlo. Stando a quanto dichiarato dall’avvocato Tom Dickey, però, «non ci sono prove», motivo per il quale ha consigliato al suo cliente di dichiararsi innocente. «Non ha senso ed è un insulto all’intelligenza degli americani», ha detto dopo la negazione della libertà su cauzione. «Credo che ne abbia diritto: che sia di 100 milioni, 10 miliardi o 100mila dollari», ha proseguito al riguardo.
L’omicidio – Bryan Thompson è stato ucciso a colpi di arma da fuoco il 4 dicembre scorso a New York City, nei pressi dell’hotel Hilton della Sixth Avenue. Il video dell’aggressione, ripreso dalle telecamere di sorveglianza, ha fatto il giro del mondo. Le immagini riprendono il killer, estrarre una pistola e sparare alcuni colpi alla schiena e al torace della vittima che, mentre cercava di raggiungere il suo albergo, si è dapprima accasciato contro un muro ed è poi caduto a terra.
Le pallottole – La polizia avrebbe trovato le sue impronte sull’involucro di una barretta Kinder e su una bottiglietta d’acqua ritrovati sul luogo dell’omicidio. Le stesse impronte sono state individuate anche sulle pallottole su cui erano state scritte con un pennarello indelebile le parole: “Deny, Delay, Depose“. Negare, deporre, difendere sembrerebbero essere i termini spesso usati dalle assicurazioni per negare i rimborsi ai pazienti.
Il taccuino – Secondo quanto riportato dalla Cnn, Luigi Mangione era in possesso di un taccuino su cui si troverebbero le possibili motivazioni dell’assassinio oltre a diversi appunti su come uccidere. «Per i federali, sarò breve, perché rispetto ciò che fate per il nostro Paese. Per risparmiarvi una lunga indagine, vi dico chiaramente che non ho collaborato con altri». Nella lettera prosegue: «Mi scuso per eventuali traumi ma era necessario farlo. Francamente, questi parassiti se la sono cercata». Il testo integrale, pubblicato esclusivamente su un canale Substack dal giornalista Ken Klippenstein, sembrerebbe essere autentico. In questi fogli, ancora sotto esame degli inquirenti, ci sono anche dei chiari richiami al valore in borsa sempre più alto della United Healtcare, quando parla delle aziende diventate troppo potenti e che «continuano ad abusare del nostro Paese per ottenere immensi profitti perché il popolo americano ha permesso loro di farla franca».
Il possibile movente politico – Le indagini proseguono mentre, in contemporanea, sui social sembra essersi raccolta una “difesa” per quello che è stato ribattezzato come un moderno Robin Hood anticapitalista. Capace di colpire uno dei settori più odiati negli Stati Uniti, quello delle assicurazioni sanitarie, tra i possibili moventi ci potrebbe dunque essere anche quello politico. Luigi Mangione, sebbene sia presunto assassino, viene descritto sulle varie piattaforme come un eroe da coloro i quali, tanti, troppi forse, lo stanno ritenendo non un omicida ma un ribelle capace di agire contro le ingiustizie. Tra l’altro, in base ai suoi trascorsi familiari, il giovane avrebbe potuto pagare senza problemi le sue eventuali cure, senza l’intervento di una mutua. Pare infatti che la sua famiglia, di origine siciliana, sia più che benestante. Il nonno Nicholas Mangione, muratore, ha costruito un impero immobiliare, con una catena di case di riposo e due country club nell’area di Baltimora.