Non ci aveva scommesso nessuno. Nessuno tranne Salvini. Dopo l’inaspettata vittoria di Trump, il leader del Carroccio e i suoi compagni di partito sono i primi a esultare. Imbarazzo del Governo, che ha affidato a Gentiloni un breve comunicato. In ritardo le dichiarazioni di Renzi. Anche gli altri partiti spiazzati. Grillo attacca giornali e intellettuali: incapaci di stare al passo con i tempi.
Centro Destra
Nonostante molti avessero accostato la figura di Trump a quella di Berlusconi, il Cavaliere si era smarcato a più riprese dal paragone – come Forza Italia in generale. All’indomani del voto, però, Maurizio Gasparri e Renato Brunetta sono stati i primi ad esprimere soddisfazione per la fine dell’era dei politicamente corretto degli anti-Trump.
Il Nuovo Centro Destra di Angelino Alfano si era assestato su una linea di cautela e ha continuato a tenere un profilo basso anche dopo l’annuncio della vittoria di Trump. Solo Matteo Salvini si era vantato di aver incontrato Trump in persona. Smentito dal Tycoon – «non so chi sia» -, il leader del Carroccio non si era scoraggiato e aveva continuato a sostenere il candidato repubblicano. Appena l’annuncio ufficiale della vittoria di Trump è stato lanciato, molti esponenti della Lega hanno espresso soddisfazione.
Il parlamentare europeo leghista Mario Borghezio ha esultato: «La vittoria di Donald è, per noi della Lega, un chiaro buon esempio da seguire. Viva l’America bianca e cristiana!».
Anche Salvini ha parlato di vittoria del popolo e ha annunciato un viaggio a Mosca per tracciare nuove relazioni internazionali nel mutato scacchiere globale.
Infine, il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni usa i social per esibire vecchie foto in compagnia di Donald Trump.
Mario Adinolfi – direttore di La Croce e fondatore del Popolo della famiglia – è stato tra i primissimi a rivendicare la profezia sulla vittoria di Trump.
Centro Sinistra
La linea del PD è sempre stata nettamente pro-Hillary. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi era appena stato da Obama, dove aveva incassato il suo appoggio per il Referendum costituzionale ddel 4 dicembre. In un post su Facebook del 7 novembre, aveva ribadito: «Tra qualche ora sapremo il nome del 45° presidente americano […].Noi speriamo che sia femmina». Il primo comunicato del Pd è stato affidato al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che su Radioanch’io ha detto: la vittoria repubblicana è un fatto inatteso ma il governo ha il massimo rispetto per la volontà popolare espressa dal voto. Renzi interviene in ritardo e gira la vicenda in chiave europea.
L’ex segretetario Pierluigi Bersani è stato il primo alto esponente del Pd a commentare su Facebook. Legge la vittoria della destra come spettro globale e rilancia il progetto di una sinistra identitaria capace di fronteggiare i populismi: «Se vogliamo impedire che vinca ovunque dobbiamo attrezzare una sinistra larga che abbandoni le retoriche blairiane delle opportunità, delle flessibilità, delle eccellenze e scelga la strada della protezione sulla base dei propri valori di uguaglianza». Identica la preoccupazione espressa dall’ex premier Enrico Letta
Movimento 5 Stelle
L’ultimo post di Beppe Grillo – datato 8 novembre – era intitolato «Hillary vs Trump: il colpo finale al sogno americano». Tranchant la tesi del leader pentastellato : «Questo triste spettacolo è la conferma del declino del mondo occidentale». Dopo qualche ora dall’annuncio dell’esito elettorale, il capo grillino rompe il silenzio e traccia parallelismi sul trattamento riservato dai media a M5S e Trump. Stoccata durissima contro giornalisti e intellettuali, incapaci di stare al passo con la realtà: «Non si rendono conto che ormai milioni di persone i loro giornali non li leggono più e non guardano la loro tv. […]Questo significa che la gente è oltre l’informazione post-datata».