Misure  preventive  contro  il  contagio

Misure preventive contro il contagio

Dopo l’Ebola in Africa Occidentale, i casi di peste in Madagascar. Già 120 segnalati negli ultimi due mesi: tre volte i contagiati di tutto il 2013. L’epidemia, segnalata dall’Organizzazione mondiale della sanità, corre dalle campagne dell’isola alle città, dove le zone più a rischio sono le bidonville. Una giovane donna è morta lo scorso 11 novembre proprio nella periferia della capitale, Antananarivo.

A caratterizzare la peste bubbonica è l’elevata mortalità. Dall’inizio dell’anno sono stati 47 i decessi, un terzo rispetto al totale dei contagi. “A questo punto esiste il rischio di una rapida diffusione della malattia”, ha avvertito l’Oms. Sottolineando come “l’alta densità della popolazione nella città” e la “debolezza del sistema sanitario del Paese” siano importanti elementi di rischio.

Il bacillo della peste, veicolato dai ratti, arriva a contatto con l’uomo attraverso le pulci dei roditori e causa un’infezione che ha un’incubazione di circa 5-6 giorni. La malattia si sviluppa in genere in forma bubbonica, ma se il batterio colpisce i polmoni può causare una polmonite letale, che uccide in sole 24 ore. Ad oggi è stata riscontrata solo in due casi su cento, nonostante la facilità di trasmissione per via aerea.

L’Oms, assieme alla Croce Rossa e all’istituto di ricerca Pasteur, ha organizzato una task force per contenere l’epidemia. Un aiuto è giunto anche dall’African Development Bank, l’istituto transnazionale per lo sviluppo dell’intera regione, che ha stanziato 200 mila dollari.

L’allarme sale soprattuto per l’inizio della stagione delle piogge (ottobre-marzo), periodo in cui in mancanza di una rete fognaria valida, Antananarivo si trasforma in un acquitrino dove i topi sono forzati ad uscire dalle tane e coabitare a stretto contatto con la popolazione.

Diana Francesca Cavalcoli