Madrid si prepara alle elezioni. Martedì 4 maggio il via alla tornata elettorale per la Asemblea, il parlamento della capitale spagnola: 136 deputati e il presidente della Comunidad. La favorita resta Isabel Díaz Ayuso, presidente uscente e candidata del Partido Popular (Pp), la formazione di centrodestra. I sondaggi la danno in vantaggio ma il suo obiettivo è più ambizioso: la maggioranza assoluta grazie all’alleanza con Vox, il partito di estrema destra fondato da Santiago Abascal, che da tempo vede crescere i consensi. Previsto invece un fiasco per Podemos, lo schieramento di sinistra guidato da Pablo Iglesias.
La destra – Inizia in Spagna la serie di elezioni che vedrà coinvolti molti dei maggiori Paesi europei, comprese le amministrative nelle grandi città italiane e le politiche in Germania, che sanciranno l’addio dopo 16 anni di Angela Merkel. Alle urne madrilene sono chiamati circa cinque milioni di cittadini. Secondo i sondaggi, il Partido Popular sarebbe avanti con oltre il 40%, ma, soprattutto dopo gli scandali che hanno coinvolto la formazione di centrodestra negli ultimi anni e che hanno portato alle dimissioni dell’ex premier Mariano Rajoy, il partito non godrebbe più del consenso di qualche tempo fa. Per questo motivo è prevista un’alleanza con Vox. La candidata nella capitale è Rocío Monasterio, che secondo le analisi sfiorerebbe il 10%, garantendo alla coalizione di destra la maggioranza assoluta se sommato al consenso del PP. Non è la prima volta che il partito di estrema destra si dimostrerebbe competitivo anche a livello locale. Nelle 2018 si era aggiudicato diversi seggi in Andalusia, storica regione rossa e alle politiche del 2019 aveva superato il 15%.
La sinistra– Il principale rivale dell’alleanza di destra è Ángel Gabilondo, ex ministro dell’Istruzione nel governo di Zapatero e candidato del Partido Socialista Obrero (Psoe), il partito del premier Pedro Sanchez. Gabilondo è dato appena al 22%, ma secondo lui, sommando i voti degli alleati, il divario dal PP sarebbe solo intorno a 50.000 voti. Tra loro, il principale sarebbe in teoria Pablo Iglesias di Unidas Podemos (UP), accreditato però all’8%. Una diminuzione del consenso già preannunciata nelle politiche del 2019, quando UP aveva ottenuto solo 35 seggi, contro i 120 di Psoe e i 52 di Vox. Gli equilibri politici della sinistra spagnola sono quindi destinati a spostarsi verso Más País (Mp), il partito che si autodefinisce verde e femminista creato nel 2019 da Íñigo Errejón, ex fondatore di Podemosche due anni fa ha deciso per la scissione. La candidata di MP è Mónica García, medico di professione che viene data a oltre il 15%.
Covid – La pandemia da Covid-19 potrebbe essere uno degli aghi della bilancia. A Madrid i contagi sono più alti rispetto ad altre aree della Spagna. Sotto accusa proprio la gestione dell’emergenza da parte di Isabel Ayuso, che nonostante ciò ha deciso fin dallo scorso autunno di applicare restrizioni sempre minori per non danneggiare l’economia, una linea opposta a quella del governo Sanchez.