Si chiama Aspis, dal greco scudo, e consiste in una missione militare volta a proteggere le navi mercantili in transito nel Mar Rosso dagli attacchi dei ribelli yemeniti Huthi. È questa la risposta europea di cui i ministri degli Esteri dell’Ue stanno discutendo al Consiglio degli Affari esteri. Il lancio ufficiale della missione, per la quale Roma potrebbe candidarsi a quartier generale, è previsto il 19 febbraio.

La minaccia degli Huthi – I ribelli yemeniti sono stati recentemente reinseriti dagli Stati Uniti nella lista delle organizzazioni terroristiche. Proprio per agire contro i loro attacchi gli Usa e il Regno Unito hanno bombardato alcune loro basi militari. A differenza di quest’operazione angloamericana, nominata Prosperity Guardian, quella di Aspis avrebbe una natura prettamente difensiva. Le forze militari europee non sarebbero infatti autorizzate a colpire direttamente i miliziani in Yemen, ma manterrebbero il potere di intercettare e abbattere i loro missili diretti verso le navi commerciali. Francia, Germania e Italia sono le principali promotrici della missione, intenzionate a limitare gli effetti causati dagli attentati degli Huthi, che costringono i mercantili a circumnavigare l’Africa, con un conseguente aumento dei costi di trasporto e del prezzo delle merci.

I dettagli – Del piano europeo restano ancora da definire il numero di Paesi participanti e quello di navi inviate. Sul tavolo c’è l’ipotesi che Aspis non venga avviata da zero, ma rappresenti invece un ampliamento al Mar Rosso della già esistente operazione Agenor, che, con la partecipazione di Stati extra-Ue come la Norvegia, sorveglia dal 2020 lo stretto di Hormuz tra la Penisola araba e l’Iran. Una prospettiva, quest’ultima, che potrebbe essere gradita al ministro degli Esteri Antonio Tajani, che pur definendo Aspis un passo in avanti verso «la difesa comune europea», aveva aperto alla partecipazione di Paesi non comunitari.

Il piano di Borrell – Il Consiglio europeo sta anche discutendo del piano di pace proposto dall’Alto rappresentante per gli Affari Esteri Josep Borrell per quanto riguarda la guerra in Medioriente. Secondo il Financial Times, l’Unione europea starebbe valutando anche di imporre conseguenze su Israele se il primo ministro Benjamin Netanyahu dovesse continuare a opporsi alla nascita di uno Stato palestinese dopo la fine della guerra contro Hamas.