«La Wagner sarà inquadrata nell’esercito russo. In tempi di guerra non si può accettare un comando non omogeneo». Per Marco Bertolini, ex comandante della Brigata Folgore, il destino del gruppo paramilitare guidato da Evgenij Prigozhin è segnato. Sul futuro dell’ex “cuoco di Putin” il generale Bertolini e il presidente dell’Istituto Affari Internazionali (Iai) Ferdinando Nelli Feroci sono concordi: «Al momento possiamo parlare solo per ipotesi e illazioni».

Il generale Marco Bertolini

Il generale Marco Bertolini

Le motivazioni – A scatenare la reazione del leader della Wagner e la conseguente marcia verso Mosca sarebbe stato il decreto emanato il 10 giugno dal ministro della Difesa russo Sergej Shoigu. Il provvedimento obbliga tutti i gruppi paramilitari a entrare sotto il controllo dell’esercito regolare. «Questo comporta una limitazione della propria autonomia. Un conto è impiegare dei soldati in un contesto più controllato e meno pericoloso come quello africano, un altro è quando c’è una guerra vera», sostiene Bertolini. Per l’ex Folgore, quindi, la Wagner sarà integrata nell’esercito regolare: per i combattenti vorrebbe dire godere degli stessi diritti dei militari controllati dal ministero della Difesa. Anche Nelli Feroci considera la decisione di Shoigu il casus belli della ribellione di Prigozhin, ma secondo lui la mediazione del presidente bielorusso Aljaksandr Lukashenko avrebbe dato garanzie al capo della Wagner: «Qualcosa deve esser stato concesso a Prigozhin, sebbene non sia ancora chiaro quale sia stato il prezzo della ritirata».

Il presidente del Istituto Affari Internazionali Ferdinando Nelli Feroci

Il presidente del Istituto Affari Internazionali Ferdinando Nelli Feroci

Marcia su Mosca – Su come la Wagner sia arrivata a soli 200 chilometri da Mosca, Bertolini e Nelli Feroci, si dividono. Secondo l’ex comandante, Putin ha lasciato avvicinare Prigozhin sapendo che non avrebbe avuto le forze per tentare l’assalto alla capitale: «Da solo non poteva aprirsi la strada con le armi, per questo non ha incontrato resistenza». Di opinione differente è il presidente dell’Iai: «Siamo di fronte a un regolamento dei conti tipico dell’epoca sovietica. È un dato che colpisce e che testimonia l’enorme fragilità dello stato e della difesa russi. Vuol dire che qualcosa non funzionava». I due analisti convengono nel definire la situazione piena di incertezze e di lati ancora oscuri su cui la cronaca incontra difficoltà nel trovare un’analisi compiuta.

Prigozhin, lontano o isolato – Mentre Prigozhin è riapparso in un video dove ha spiegato che la “marcia” era una protesta contro la scelta dello scioglimento della Wagner dal 1° luglio, sul suo futuro ci sono diverse ipotesi. Sul tavolo, per Bertolini e Nelli Feroci, ci sono l’allontanamento, in Africa o in altri teatri di guerra dove è coinvolta la milizia privata, la destituzione da capo dell’organizzazione (tra i nomi dei potenziali successori ci sarebbe Dmitrij Utkin), oppure una censura per privare Prigozhin della pubblicità dei social.