Da outsider della politica a leader dei Liberali canadesi in una notte. Mark Carney, 60 anni il 16 marzo, a breve sarà il nuovo primo ministro del Canada fino alle prossime elezioni federali. Domenica 9 marzo ha vinto le primarie del Partito Liberale con l’85,9% delle preferenze, vincendo in tutti e 343 distretti in cui si è votato, contro l’8% incassato dall’ex ministra delle Finanze e vice prima ministra dell’amministrazione Trudeau Christia Freeland. Karina Gould e Frank Baylis, gli altri due candidati in corsa, hanno ottenuto ciascuno circa il 3% delle preferenze. Justin Trudeau, il primo ministro uscente dopo le dimissioni presentate a gennaio, in questi giorni aiuterà il suo successore con la transizione prima dell’insediamento ufficiale, previsto a breve ma per cui ancora non è stata fissata una data.
Chi è – Nato a Fort Smith, un paese di poco più di duemila anime nei Territori del Nord Ovest, è cresciuto a Edmonton in Alberta, una provincia di agricoltori e blue-collar worker del settore petrolchimico. Si è laureato in economia ad Harvard e ha conseguito un master e un dottorato di ricerca a Oxford, sempre in ambito economico. Dopo 13 anni in Goldman Sachs, nel 2003 è entrato alla Banca del Canada e nel 2008 ne è diventato governatore, il secondo più giovane di sempre. In quei cinque anni di mandato si è trovato a gestire le conseguenze della crisi finanziaria e ha spesso rivendicato il ruolo chiave svolto in quel periodo per tamponarne gli effetti nel suo paese. Dal 2013 al 2020 è stato il primo governatore non britannico della Banca d’Inghilterra, che ha guidato nel periodo delicato della Brexit, e successivamente è stato inviato speciale delle Nazioni Unite per le finanze climatiche.
Nuove sfide – Dopo una carriera passata al di fuori della politica (e in gran parte anche lontano dal Canada) è sceso in campo a gennaio in seguito alle dimissioni di Trudeau e ai corteggiamenti dei Liberali: «Due mesi fa ho deciso di fare questo passo perché sentivo che abbiamo bisogno di un grande cambiamento», ha detto. In un momento di grande tensione con i vicini Stati Uniti, soprattutto in ambito commerciale, il suo curriculum è il motivo per cui gli esperti lo indicavano come favorito per la guida del partito. Il suo spirito passionale, tinto di metafore hockeistiche da buon canadese ed ex giocatore, è una delle ragioni per cui ha dominato le primarie: «Non abbiamo chiesto noi di cominciare questa rissa, ma i canadesi sono sempre pronti quando l’avversario getta i guantoni. Meglio che gli americani non facciano errori: nel commercio, come nell’hockey, il Canada vincerà». Ha invocato una politica di ritorsione equivalente sui dazi americani e di progressivo allontanamento dai mercati a stelle e strisce. Più centrista, come spiega la Bbc, rispetto al suo predecessore, i punti chiave del suo programma riguardano politiche energetiche sostenibili, la decarbonizzazione e progetti abitativi accessibili, ma anche la costruzione di nuovi condotti petroliferi.
Cosa aspettarsi – Trudeau lascia la guida dei Liberali in un momento in cui, complici le minacce del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, la sua popolarità era risalita dopo che a gennaio i sondaggi lo davano quasi 20 punti dietro ai Conservatori guidati da Pierre Poilievre. Con il nuovo leader, le stime danno il partito sopra agli avversari di quasi 10 punti percentuali (43% contro 34%). Carney guiderà un governo di minoranza e una delle sue prime mosse una volta insediato potrebbe essere quella di sciogliere le camere e anticipare le elezioni in programma il 25 ottobre. Se non dovesse farlo lui potrebbero pensarci le opposizioni con una mozione di sfiducia. In ogni caso, sembra che non si voterà in autunno e il clima è già da campagna elettorale: «Poilievre è quel tipo di politico che non ha fatto altro per tutta la vita, che osanna il libero mercato ma non ha mai fatto una busta paga. Farebbe bruciare il nostro pianeta per ideologia», ha detto Carney.




