L'ambasciatore in India, Mancini, è chiamato a dare spiegazioni sulla decisione italiana di trattenere i marò ph. Ansa/Coggiola

Nuovo capitolo del braccio di ferro tra Italia e India sul caso dei marò. L’ambasciatore italiano in India Daniele Mancini, non potrà lasciare il Paese fino all’udienza fissata 19 marzo. Lo ha deciso la Corte suprema del paese asiatico.

La notizia trapelata in Italia nella notte tra mercoledì e giovedì è stata confermata all’Ansa dall’avvocato Dilijeet Titus, responsabile dello studio legale che assiste i due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due fucilieri di marina accusati, in India, di aver ucciso due pescatori scambiandoli per pirati. La Corte ha emesso un’ordinanza firmata dal presidente Altamas Kabir, in cui chiede all’ambasciatore Mancini di restare in India e di inviare una comunicazione entro il 18 marzo, spiegando i motivi per cui l’Italia non farà tornare Latorre e Girone, in attesa dell’udienza fissata per il giorno dopo.

Il Ministro degli esteri italiano Guido Terzi ha dichiarato: “Abbiamo una posizione molto solida, di cui siamo perfettamente convinti non solo noi ma anche molti importanti partner della comunità internazionale, sul fatto che agiamo nel pieno rispetto dell’ordinamento giuridico internazionale e del diritto internazionale, pattizio e consuetudinario”.  Terzi non ha voluto poi commentare la decisione assunta oggi dalla Corte suprema indiana.

Luigi Brindisi