Ayman al-Zawahiri (a destra) con Osama Bin Laden durante un’intervista per un giornale pakistano nel 2001.

Manca ancora la conferma ma la notizia è data per certa: Ayman al-Zawahiri, numero uno di al Qaeda sarebbe stato ucciso da un attacco d’asma, malattia di cui soffriva da tempo. Il 69enne medico egiziano, braccio destro e poi successore di Osama Bin Laden, da anni nella lista dei super ricercati dall’FBI, sarebbe morto ai primi di novembre. Per ora manca l’annuncio ufficiale ma la notizia, data più volte in questi anni e sempre smentita, è stata confermata da diverse fonti anonime vicine all’organizzazione terroristica. «Zawahiri, – ha detto al sito Arab News un traduttore di al Qaeda – è morto la scorsa settimana a Ghazni, in Afghanistan».

Cause naturali – Fatale l’aggravarsi delle sue condizioni di salute, da tempo malferma: «Siamo certi del fatto che sia morto per cause naturali», afferma un funzionario della sicurezza pakistano delle aree tribali al confine con l’Afghanistan. Una morte comune per un uomo sulla cui testa pende una taglia da 25 milioni di dollari da parte del governo Usa, non ancora ritirata in attesa di conferme definitive. Né al Qaeda né le intelligence occidentali hanno annunciato la morte del dottore: secondo Rita Katz, direttrice di Site, sito web di monitoraggio del jihadismo, «è tipico di al Qaeda non pubblicare tempestivamente notizie sulla morte dei suoi leader».

Il medico terrorista – Al Zawahiri, nato al Cairo nel 1951, aderisce in giovane età alla causa jihadista e entra in contatto con Osama Bin Laden negli anni Novanta in Pakistan, dove prestava servizio come medico. In seguito all’uccisione di Bin Laden nel 2011, al Zawahiri prende le redini di al Qaeda, all’epoca data per estinta da molti commentatori internazionali, e la riporta in vita grazie a una capillare campagna di propaganda sul territorio. Meno carismatico e sanguinario del suo predecessore, nel 2014 rompe con l’ex sodale Abu Bakr al-Baghdadi, uscito dall’organizzazione per fondare lo Stato Islamico. Molti i dubbi sulla nomina a successore del dottore egiziano alla guida dell’organizzazione: pochi mesi fa un raid dei Navy Seal Usa aveva ucciso Hamza Bin Laden, figlio di Osama, mentre il vice di al-Zawahiri, Abu Muhamamd al-Masri, era stato assassinato lo scorso agosto nel corso di un’operazione del Mossad israeliano a Teheran. Il più accreditato al titolo di nuovo numero uno di al Qaeda sembrerebbe essere Saif al-Adl, anche lui egiziano, nella lista dei terroristi più ricercati dell’Fbi dal 2001.

Nuovi attacchi – Il temporaneo vuoto di potere ai vertici di al Qaeda non sembra aver avuto influenza sul livello delle ostilità in Afghanistan. Il 21 novembre 14 razzi sono stati lanciati su una zona residenziale di Kabul, causando almeno otto vittime e decine di feriti. L’attacco è stato rivendicato dall’Isis, che pare vedere nella morte di al Zawahiri un’occasione per guadagnare terreno nell’area, data anche l’intenzione delle forze americane di ritirarsi progressivamente: il segretario di stato americano Mike Pompeo è a Doha per concludere con i talebani un accordo di pace, un passo decisivo verso la fine di un intervento armato il cui inizio risale al 2001.