Cinquanta miliardi di dollari per il rilancio del processo di pace israelo-palestinese in Medio Oriente. Questo il cuore del piano economico della Casa Bianca, lanciato sabato 22 giugno per finanziare l’economia e rilanciare la pace. Il piano sarà presentato da Jared Kushner, consigliere della Casa Bianca e genero del presidente americano Donald Trump, durante la conferenza su Medio Oriente che si terrà in Bahrein il 25 giugno. Ma la Palestina non ci sta. Il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Abu Mazen chiede una soluzione politica: «Senza un piano di stabilizzazione gli aiuti economici sono inutili». E le autorità di Gaza hanno annunciato uno sciopero generale di protesta.

50 miliardi per 179 progetti-  La prima parte del piano decennale dell’amministrazione Trump “pace per la prosperità” comprende 179 progetti per infrastrutture e business, mettendo sul piatto 50 miliardi di dollari. Lo scopo: investire nei territori palestinesi (27,5 miliardi) lungo la Cisgiordania e la Striscia di Gaza e rilanciare l’economia delle aree limitrofe negli stati confinanti di Giordania (7,4 miliardi), Libano (6,3 miliardi) ed Egitto (9,1 miliardi). E, da quanto rivela Reuters, sarebbero pronti anche 5 miliardi di dollari di finanziamenti per costruire un corridoio di trasporto che colleghi la Cisgiordania e Gaza. Secondo la Casa Bianca, il piano porterà almeno ad un raddoppio del Pil palestinese nei prossimi dieci anni, rafforzando l’occupazione e riducendo del 50 per cento la povertà. La seconda parte del progetto messo a punto da Kushner, relativo alle implicazioni politiche, sarà svelato in autunno. Mentre le risorse saranno erogate da una “banca multinazionale per lo sviluppo” e controllate da un comitato esecutivo che sarà appositamente nominato. I 50 miliardi di dollari di finanziamenti verranno da un mix di sussidi, prestiti e investimenti privati, con partecipazione importante da parte degli Stati arabi confinanti, e saranno concentrati su iniziative riguardanti i settori delle telecomunicazioni, del turismo e della sanità.

Jared Kushner

La bocciatura della Palestina – I palestinesi, però, bocciano il piano americano. Un alto responsabile palestinese, Hanan Ashrawi, ha respinto l’iniziativa definendo il rilancio economico proposto da Washington secondario rispetto alla stabilizzazione politica. «Prima porre fine all’assedio di Gaza, fermare il furto da parte di Israele della nostra terra, delle nostre risorse e dei nostri fondi, darci la nostra libertà di movimento e controllo dei nostri confini, del nostro spazio aereo e delle nostre acque territoriali eccetera. Poi guardarci costruire un’economia prospera come popolo libero e sovrano», ha scritto su Twitter Ashrawi.

E  dal governo israeliano arriva un’altra sostanziale bocciatura: «Il corridoio tra la striscia di Gaza e la Cisgiordania – uno dei punti di forza del piano Usa per lo sviluppo dei territori – è irrilevante fino a quando Hamas continuerà la sua politica del terrore al fianco dell’Iran», ha detto un membro del governo vicino a Netanyahu.

Soldati israeliani contro i manifestanti della Striscia di Gaza

La risposta di Gaza –  Le principali fazioni politiche palestinesi hanno indetto per domani a Gaza uno sciopero generale di protesta contro il seminario economico di Manama organizzato dall’amministrazione Trump. Lo sciopero vuole ribadire la contrarietà dei palestinesi al cosiddetto “Accordo del secolo” di Trump che aggirerebbe i principali nodi politici del conflitto con Israele. La manifestazione contesta inoltre ogni progresso nelle normalizzazione dei rapporti fra i Paesi arabi ed Israele, in assenza di una soluzione definitiva del conflitto.