La guerra di Israele contro Hamas, causata dall’attacco del 7 ottobre durante il quale l’organizzazione terroristica islamica ha ucciso oltre 1400 civili e rapito più di 200 ostaggi, continua senza sosta.
L’intesa tra Israele e Hamas sulla liberazione degli ostaggi israeliani in cambio di una tregua umanitaria slitta ancora. Lo scambio sarebbe dovuto cominciare alle 10 di mattina del 23 novembre, ma è stato rimandato a venerdì 24 per «risolvere le questioni amministrative», dicono le fonti israeliane.
La posizione di Israele, per il momento, resta ferma: la guerra continua fino alla neutralizzazione di Hamas, ha dichiarato il ministero della difesa Gallant.
Dopo oltre un mese di conflitto, la maggioranza degli ostaggi è ancora in mano ai terroristi, l’afflusso di medicinali e acqua nella Striscia è gravemente inadeguato alle necessità. I morti a Gaza, secondo Hamas, sono più di 13 mila.

– Il conflitto giorno per giorno

23.11.23
Slitta a domani la tregua di quattro giorni a Gaza, stabilita in seguito all’accordo per il rilascio degli ostaggi israeliani
Doveva iniziare il 23 novembre lo stop ai raid, concesso dopo la stretta di mano sullo scambio di rapiti: 50 israeliani per 150 detenuti palestinesi. Tuttavia, Hamas non ha consegnato la lista dei nomi delle persone da liberare e, così, la tregua è stata rimandata a venerdì 24. In ballo c’è un quinto giorno di pausa, che potrebbe verificarsi se saranno liberati altri 50 ostaggi israeliani in mano ad Hamas per 150 prigionieri della Palestina. In ogni caso, il luogo individuato per lo scambio sarebbe il valico di Rafah, tra l’Egitto e la Striscia di Gaza.
Intanto, il direttore dell’ospedale di Al-Shifa Medhat Abbas ha detto all’Associated Press che il bilancio dei morti avrebbe oltrepassato quota 13mila e che ci sarebbero oltre 6mila dispersi.

19.11.23
Trovato un tunnel terroristico sotto l’ospedale Al Shifa. Continuano gli scontri tra Libano e Israele
L’esercito israeliano ha comunicato di aver trovato basi e tunnel terroristici sotto l’ospedale Al Shifa.
Secondo Hamas, il bilancio delle vittime palestinesi è salito a 13 mila. La Francia ha annunciato che accoglierà nei propri ospedali i bambini malati ricoverati a Gaza.
Continuano anche gli scontri al confine tra Libano e Israele: Hezbollah ha lanciato decine di razzi, mentre l’esercito israeliano ha risposto con un raid contro obiettivi militari e infrastrutture.
Sul fronte mediazione, la portavoce del ministero degli Esteri cinese ha annunciato che i ministri degli Esteri di Arabia Saudita, Egitto e dell’Autorità palestinese saranno in Cina il 20 e il 21 novembre. Per quanto riguarda la trattativa sugli ostaggi, invece, secondo il Washington Post sarebbe imminente l’arrivo di un’intesa tra Israele e Hamas.
Intanto, emergono nuovi particolari sull’attacco del 7 ottobre. Harretz riferisce che le forze di sicurezza israeliane sono sempre più convinte che Hamas non fosse a conoscenza del Nova festival al kibbutz di Reim e che lo abbia scoperto per caso.

18.11.23
Netanyahu: continueremo fino alla vittoria
Israele ha confermato di aver allargato le operazioni nel nord della Striscia, in particolare a Zaitun e Jabalya. Proprio qui, riferisce Hamas, un raid israeliano ha colpito una scuola, con un bilancio di almeno 50 vittime.
Il premier israleiano Benjamin Netanyahu ha dichiarato in conferenza stampa di essere determinato a proseguire il conflitto «fino a quando avremo distrutto il nemico e recuperato gli ostaggi».
Intanto, l’Unrwa ha attaccato Israele per aver approvato la fornitura di solo la metà del carburante necessario per le operazioni umanitarie nella Striscia.

17.11.23
Israele: «Non c’è nessun accordo sugli ostaggi»
Nella notte l’esercito israeliano ha conquistato una roccaforte della jihad nel nord della Striscia, dove avevano sede gli uffici di alcuni capi terroristi. I soldati hanno anche comunicato di aver trovato armi e missili all’intento di una scuola.
Nei raid aerei di Israele, che hanno colpito anche il Libano, è stato ucciso Ahmed Bahar, membro di rilievo della cosiddetta “ala politica” di Hamas.
Sul fronte mediazione, Israele ha affermato per voce del consigliere della sicurezza nazionale Tzachi Hanegb che sugli ostaggi per ora non c’è nessun accordo. Intanto, la crisi umanitaria a Gaza continua: il carburante, secondo l’Unrwa, non è stato consegnato, anche se Israele ha accolto la richiesta statunitense di far entrare nella Striscia due autocisterne al giorno. In Egitto, nel frattempo, sono arrivati 135 voli che hanno trasportato circa 3.400 tonnellate di aiuti vari da portare a Gaza. A fornirli sono stati 31 Paesi, per lo più arabi.

16.11.23
Israele conquista il porto di Gaza. Herzog: «Non lasceremo un vuoto nella Striscia»
Il presidente israeliano Isaac Herzog ha dichiarato (in un’intervista al Financial Times) che Israele non lascerà «un vuoto» a Gaza, per impedire che la Striscia diventi nuovamente una base per i terroristi. Attualmente, ha detto, sono al vaglio diverse ipotesi. Il presidente statunitense Joe Biden, invece, se da un lato si è detto soddisfatto della mediazione che sta portando avanti assieme al Qatar, dall’altro ha affermato che la guerra a Gaza «finirà quando Hamas non avrà più la capacità di uccidere, abusare e fare cose orribili agli israeliani». Dal canto suo, l’ambasciatore palestinese all’Onu Ibrahim Khraishi ha attaccato le Nazioni unite chiedendo di «svegliarsi» di fronte al genocidio in corso a Gaza.
Sul fronte dei combattimenti, Israele ha annunciato di aver preso il porto di Gaza, usato dai terroristi di Hamas come base per gli attacchi. Inoltre, il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha confermato che l’esercito ha completato la «attura e il rastrellamento della parte occidentale della città».

15.11.23
Ostaggi, Reuters: Qatar media scambio tra 50 ostaggi e 3 giorni di tregua
50 ostaggi in cambio 3 giorni di tregua. É questo l’accordo che Qatar e Stati Uniti stanno mediando tra Israele e Hamas, secondo quanto riportato dall’agenzia stampa britannica Reuters.
Il patto prevederebbe anche il rilascio di alcuni detenuti nelle carceri israeliane e un maggiore afflusso di aiuti umanitari.
Nel frattempo proseguono i combattimenti tra Israele e l’organizzazione terroristica Hamas.
Dopo aver preso il Parlamento di Gaza, l’esercito di Israele  è entrato nell’ospedale palestinese Al Shifa, ormai non funzionante a causa dei combattimenti.
«È un operazione mirata per colpire i terroristi», afferma Israele, che ha dichiarato di aver trovato nell’area armi del gruppo islamista. «È un crimine di guerra», l’accusa dei miliziani di Hamas, secondo cui 40 pazienti sarebbero già morti.

14.11.23
Gaza, trasferimento di incubatrici all’ospedale di Al-Shifa da Israele
Per provare a soccorrere i neonati in pericolo di vita Israele decide di trasferire delle incubatrici all’ospedale di Al-Shifa a Gaza, ormai non più funzionante a causa dei bombardamenti.

Ostaggi, Washington Post: vicino accordo per il rilascio di prigionieri 
Il quotidiano americano Washington Post riporta che che sarebbe più vicino un accordo tra Israele e Hamas per il rilascio di una parte degli ostaggi, mediato da Qatar e Usa.
In serata il presidente statunitense Joe Biden si dice fiducioso sullo sblocco delle trattative. «Tenete duro, stiamo arrivando», il suo messaggio ai prigionieri rapiti da Hamas.

12.11.23
Gaza, combattimenti intorno all’ospedale di al Shif sotto cui si nasconderebbe il leder di Hamas 
La guerra prosegue intorno all’ospedale di al Shifa di Gaza, il più grande della città e dell’intera Striscia, sotto il quale Israele ritiene esserci una base di Hamas in cui si nasconde il leader Yahya Sinwar, ideatore dell’attacco del 7 ottobre.
In serata arriva la comunicazione dell’Organizzazione mondiale della sanità. «Sono tre giorni che mancano elettricità e acqua. Purtroppo l’ospedale di al Shifa non è più funzionante», afferma il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, che chiede un cessate il fuoco immediato. Diversa la posizione del presidente di Israele Isaac Herzog, che ha negato che le forze di difesa (Idf) abbiano bombardato la struttura medica.

Gaza, Guterres (Onu): due Stati unica soluzione, Gaza all’Anp dopo la guerra
Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres afferma che la soluzione dei due stati è «l’unica via d’uscita», affermando che al termine del conflitto la Striscia di Gaza deve passare sotto il controllo dell’Autorità nazionale palestinese (Anp).
La posizione di Guterres si pone in contrasto con quella dichiarata dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, che esclude il ritorno dell’Anp e propende per la continuazione dell’occupazione di Gaza anche dopo la guerra.

11.11.23
Medio Oriente, vertice a Raid dei paesi arabi e islamici
L’Arabia Saudita ospita a Riad un vertice cui siedono i rappresentanti dei paesi della Lega Araba e dell’Organizzazione della cooperazione islamica, che chiedono un cessate il fuoco. Presente anche il Presidente dell’Iran Ebrahim Raisi, finanziatore di Hamas e fermo propugnatore della distruzione dello Stato di Israele.

10.11.23
Gaza, Netanyahu contraddice Usa: controlleremo la striscia anche dopo la guerra
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu afferma che Israele continuerà a occupare Gaza anche dopo la fine della guerra per tutelare la propria sicurezza.
Le dichiarazioni del premier israeliano si pongono in contrasto con il piano del presidente americano Joe Biden di consegnare il controllo della Striscia all’autorità nazionale palestinese di Abu Mazen al termine del conflitto, coinvolgendo per il tempo necessario a mantenere la stabilità e creare uno stato palestinese comprensivo di Gaza e Cisgiordania una forza multinazionale formata dai paesi arabi sottoscrittori degli accordi di Abramo e legittimata dall’Onu.

Guerra Israele-Hamas, Blinken: fare di più per proteggere i civili
«Apprezziamo il fatto che ieri Israele abbia annunciato pause di quattro ore e due corridoio umanitari. Allo stesso tempo molto di più deve essere fatto per proteggere i civili», afferma il segretario di Stato americano Antony Blinken, che precisa: «Troppo palestinesi sono stati uccisi, troppi hanno sofferto».
Nel mentre Hamas continua a lanciare razzi contro lo Stato ebraico, protetto dal sistema antimissilistico Iron Dome, e proseguono scontri al confine con il Libano.

9.11.23
Ostaggi, Jihad islamica pubblica un video con due prigionieri israeliani
La Jihad islamica, un gruppo terroristico palestinese che ha fiancheggiato Hamas nell’attacco del 7 ottobre, pubblica un video in cui compaiono due ostaggi israeliani, Hanna Katzir e Yagil Yaacov, rispettivamente di 77 e 12 anni. Entrambi sono stati rapiti nel kibbutz Nir Oz e deportati a Gaza.
Nel video, evidentemente manipolati dai terroristi in appare essere un atto di una più profonda guerra mediatica, la donna e il bambino attaccano il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu.

Gaza, Israele concede una pausa umanitaria di 4 ore
In seguito alla mediazione statunitense, Israele concede una pausa umanitaria di 4 ore al giorno nella zona a nord della Striscia di Gaza per permettere alla popolazione palestinese di spostarsi a sud, verso il varco di Rafah al confine con l’Egitto. L’accordo prevede e si accompagna con l’apertura di un corridoio umanitario lungo la costa del mare per consentire il movimento dei civili.

8.11.23
Tensione Usa-Israele. Netanyahu: «Possibile occupare Gaza». Blinken: «Israele non deve farlo»
Tensione tra Israele, il cui primo ministro Benjamin Netanyahu durante un’intervista all’emittente televisiva americana Abc apre alla possibilità che le forze israeliane occupino Gaza «a tempo indeterminato», e il Segretario di Stato statunitense Antony Blinken che esclude seccamente l’ipotesi.
«Israele non può occupare Gaza» sottolinea il segretario americano da Tokyo, in Giappone, a margine del G7 dei ministri degli esteri.
La divergenza si estende alla programmazione della strategia successiva all’eventuale eradicazione di Hamas, con il Premier Netanyahu per ora concentrato sulla vittoria militare e gli Stati Uniti che auspicano un coinvolgimento dell’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen per la gestione futura della striscia di Gaza.
«Sarebbe un grosso errore la rioccupazione della striscia da parte di Israele», aveva dichiarato il presidente americano Joe Biden il 16 ottobre all’emittente Cnn. «Credo che Hamas debba essere eliminato integralmente, ma c’è bisogno che ci sia un’autorità palestinese, c’è bisogno di un percorso verso uno Stato palestinese».

Mediazione, ipotesi pausa umanitaria in cambio di 12 ostaggi
Il Qatar continua la sua mediazione sul rilascio degli ostaggi, l’entrata di aiuti umanitari a Gaza tramite il varco di Rafah e l’introduzione di pause umanitarie.
Tra le ipotesi viene riportata quella di un accordo che prevederebbe tre giorni di cessate il fuoco in cambio della liberazione di 12 ostaggi
Nelle stesse ore sale a 32 il numero di soldati israeliani morti in guerra.

3.11.2023
Medio Oriente, il leader di Hezbollah: 7 ottobre fu decisione di Hamas
Nel suo primo discorso pubblico dallo scoppio della guerra, il capo dell’organizzazione terroristica libanese Hezbollah, Hassan Nasrallah, afferma che l’attacco del 7 ottobre è stato frutto di una decisione «al 100% palestinese» e che Hezbollah non era stata informata preventivamente.
Pur definendo realistica la «possibilità di una guerra aperta», Nasrallah non annuncia l’entrata ufficiale di Hezbollah nel conflitto.

2.11.12
Israele, Netanyahu: «Entrati a Gaza City, non ci fermiamo»
Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu comunica che l’esercito israeliano è entrato a Gaza City con l’obiettivo di sconfiggere definitivamente l’organizzazione terroristica Hamas.
«Siamo al culmine della campagna, abbiamo già raggiunto successi impressionanti, siamo già oltre gli ingressi di Gaza City e andiamo avanti», le parole del premier ai soldati.
Il bilancio delle vittime continua a crescere: più di 10mila sono i morti palestinesi dall’inizio del conflitto.

Guerra Israele-Hamas, il Presidente Usa Biden chiede una pausa umanitaria
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, pur rimando contrario all’ipotesi di un cessate il fuoco che a suo avviso «beneficerebbe soltanto Hamas», chiede una pausa umanitaria per permettere l’ingresso di adeguati rifornimenti di cibo, acqua e medicinali nella striscia di Gaza, la cui crisi umanitaria peggiora di ora in ora.

27.10.23
Israele-Hamas, le truppe di Israele entrano nella Striscia di Gaza
Dopo alcuni rinvii e successivamente agli inviti rivolti alla popolazione palestinese a evacuare il territorio, le forze armate israeliane invadono la striscia di Gaza.
L’annuncio viene dato in televisione sabato 28 da Benjamin Netanyahu. «È iniziata la seconda fase», afferma il primo ministro, definendo il conflitto la «seconda guerra d’indipendenza» del suo Paese.

Gaza: Italia e Germania si astengono sulla risoluzione ONU per la tregua umanitaria
All’Assemblea generale delle Nazioni Unite Italia e Germania si astengono sul voto alla risoluzione che chiede una «tregua umanitaria» a Gaza presentata da 22 Paesi arabi.
Il testo viene approvato con il voto favorevole di 120 Paesi, 14 contrari e 45 astenuti.
Non passa invece l’emendamento presentato dal Canada che condanna inequivocabilmente gli attacchi terroristici di Hamas ed esige il rilascio immediato degli ostaggi.

Guerra Israele-Hamas, Netanyahu rifiuta il cessate il fuoco: Sarebbe una resa ad Hamas
Benjamin Netanyahu respinge le richieste di un cessate il fuoco. «Israele non accetterà la cessazione delle ostilità con Hamas dopo l’orribile attacco del 7 ottobre. Le richieste di cessate il fuoco sono appelli perché Israele si arrenda ad Hamas», afferma il primo ministro di Israele. «Questo è il tempo della guerra».

25.10.23
Guerra Israele-Hamas, Guterres (Onu): «Subito un cessate il fuoco»
Il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres chiede un immediato cessate il fuoco per non aggravare ulteriormente la tragica situazione umanitaria a Gaza e mettere fine alle «indicibili sofferenze» nella striscia. «Sono molto preoccupato dalle chiare violazioni del diritto umanitario internazionale cui stiamo assistendo in Gaza», argomenta.

24.10.23
Tensione all’Onu, Guterres: “Attacchi di Hamas non accaduti in un vuoto”. Israele ne chiede le dimissioni
Al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres afferma che «è importante riconoscere che gli attacchi di Hamas non sono accaduti in un vuoto».
Immediata la reazione dell’ambasciatore israeliano Gilad Erdan, che ne chiede le dimissioni accusandolo di giustificare il terrorismo.
«Sono scioccato dal travisamento di alcune delle mie dichiarazioni al Consiglio di sicurezza come se stessi giustificando atti di terrorismo da parte di Hamas», replica alle critiche Guterres.

23.10.23
Ostaggi di Hamas, rilasciate due donne
Hamas, il gruppo terroristico che controlla la Striscia di Gaza, rilascia due donne israeliane rapite nell’attacco del 7 ottobre dopo oltre due settimane in cui sono state tenute in ostaggio. 

20.10.23
Ostaggi di Hamas, rilasciate due donne con cittadinanza americana
In seguito alla mediazione del Qatar, Paese alleato degli Stati Uniti in Medio Oriente e contemporaneamente finanziatore dell’organizzazione terroristica Hamas di cui ospita i capi, Hamas rilascia due prigioniere con cittadinanza americana — Judith e Natalie Raanan, madre e figlia di 59 anni e 17 anni — rapite durante l’assalto del 7 ottobre. 

Washington, Biden dallo Studio Ovale: difendere Ucraina e Israele
Dallo Studio Ovale della Casa Bianca a Washington, il presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden si rivolge agli americani con un discorso in cui sottolinea la necessità di difendere l’ordine internazionale liberale aiutando Ucraina e Israele a difendersi e annuncia un unico pacchetto per 100 miliardi di aiuti da approvare al Congresso.
«Non vale la pena», afferma afferma Biden, «abbandonare l’Ucraina o voltare le spalle a Israele», mettendo a rischio la sicurezza e i valori democratici.
La posizione di Biden si pone incontrato con una frangia di deputati repubblicani, interessati a separare il sostegno all’Ucraina da quello a Israele.

19.10.23
Il Primo ministro britannico Sunak a Netanyahu: «Vogliamo che tu vinca»
Il primo ministro del Regno Unito Rishi Sunak visita Israele per esprimere solidarietà al popolo ebraico e allo Stato di Israele.
«Sosteniamo fermamente il diritto di Israele a difendersi nel rispetto del diritto internazionale», dice rivolgendosi al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu: «Sono orgoglioso di stare al tuo fianco nell’ora più buia […] Vogliamo che tu vinca».

18.10.2023
Biden in Israele: «Non ripetete i nostri errori dopo l’11 settembre»
Accompagnato dal segretario di Stato americano Antony Blinken, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden visita per la prima volta Israele dopo l’attacco del 7 ottobre.
«Non ripete gli stessi errori alimentati dalla rabbia dopo l’11 settembre», ammonisce Biden, sottolinenando la necessità che Israele rispetti il diritto internazionale umanitario nella reazione all’attacco di Hamas del 7 ottobre. 
Biden affronta anche il caso dell’esplosione avvenuta vicino all’ospedale al-Ahli di Gaza City, affermando che sulla base di quanto visto non è stata causata dall’esercito israeliano.

17.10.2023
Gaza, razzo esplode vicino a un ospedale: Hamas accusa Israele
Un razzo esplode vicino all’ospedale al-Ahli di Gaza City uccidendo centinaia di vittime.
Hamas incolpa Israele di aver colpito volontariamente i civili palestinesi.
Nonostante non sia verificata, l’accusa si diffonde su internet e social network.
Si tratta, tuttavia, di una fake news: come dimostrato dai video condivisi dalle forza di difese israeliane (Idf) e da indagini giornalistiche indipendenti, l’esplosione è stata causata da un razzo lanciato dalla Jihad Islamica, un’organizzazione terroristica che ha fiancheggiato Hamas nell’attacco del 7 ottobre.

Il cancelliere tedesco Scholz in Israele: «La Germania difende Israele»
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz è il primo capo di governo europeo a visitare Israele per esprimere solidarietà e sostegno politico al popolo ebraico.
«La Germania difende la sicurezza dello Stato di Israele e dei suoi cittadini», dichiara.

13.10.2023
Le presidenti von der Leyen e Metsola in Israele: «Siamo con voi, il terrore non preverrà»

Le presidenti della Commissione europea e del Parlamento europeo Ursula von der Leyen e Roberta Metsola visitano Israele per esprimere vicinanza.
«Siamo amici di Israele e quando un amico è sotto attacco, dobbiamo stare insieme: siamo dalla vostra parte», afferma von der Leyen. «Il terrore non prevarrà», le fa eco Roberta Metsola, che precisa: «Come rispondiamo conta. Possiamo – dobbiamo – fermare Hamas. E fare ciò che possiamo per mitigare le conseguenze umanitarie».

12.10.23
Blinken a Tel Aviv: «Prendere ogni possibile precauzione per evitare di colpire i civili»
Il segretario di Stato americano Antony Blinken visita Israele per la prima volta dopo l’eccidio antisemita del 7 ottobre. «Hamas non rappresenta il popolo palestinese o le sue legittime aspirazioni», afferma il segretario, che raccomanda il rispetto dei valori democratici nella reazione contro l’organizzazione terroristica Hamas. «Israele ha il diritto diritto – di più: il dovere di difendersi – e assicurare che questo non accada mai più. Come discusso con il primo ministro, conta [però] come Israele lo fa. Noi democrazie ci distinguiamo dai terroristi per tendere a uno standard diverso, anche quando è difficile. È la nostra umanità ciò che ci rende chi siamo».
La visita del segretario a Tel Aviv fa parte di una più ampia missione in Medio Oriente volta a incoraggiare il rispetto del diritto internazionale umanitario da parte di Israele, il rilascio degli ostaggi da Hamas e l’ingresso di aiuti umanitari nella striscia di Gaza attraverso il varco di Rafah.

11.10.23
Israele-Stati Uniti, Netanyahu chiama Biden: «Colpiti dal più feroce attacco dall’Olocausto»
Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu chiama il presidente degli Stati Uniti Joe Biden per aggiornarlo sulla «difficile situazione» che Israele sta affrontando. «Sabato siamo stati colpiti da un attacco di una ferocia mai vista dall’Olocausto», comunica al presidente americano. «Abbiamo avuto centinaia di persone massacrate, famiglie sterminate nei loro letti e nelle loro case, donne brutalmente stuprate e assassinate, più di 100 persone rapite tra cui bambini».

Bruxelles, von der Leyen, Metsola e Michel: «Subito il rilascio degli ostaggi»
Da Bruxelles i vertici delle istituzioni comunitarie Ursula von der Leyen, Roberta Metsola e Charles Michel esprimono solidarietà allo Stato di Israele e ai suoi cittadini.
«Il mondo ha visto ebrei venire uccisi semplicemente in quanto ebrei», afferma la presidente  del Parlamento europeo: «Siamo qui per esprimere la nostra solidarietà, per condannare lo spaventoso atto terroristico e per esigere l’immediato rilascio degli ostaggio».

Israele, accordo Netanyahu-Gantz per un governo di unità nazionale
Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu e il leader centrista dell’opposizione Benny Gantz si accordano per formare un governo di emergenza nazionale per affrontare il conflitto contro Hamas.

10.10.23
Washington, Biden: «È stato un atto di puro male, siamo al fianco di Israele»
Il presidente degli Stati Uniti Biden esprime piena solidarietà verso Israele e condanna Hamas, «un organizzazione terroristica il cui dichiarato motivo di esistere è uccidere gli ebrei».
«Più di 1000 civili sono sono stati massacrati — non solo uccisi, massacrati — in Israele. Tra di loro, almeno 14 cittadini americani sono stati uccisi», afferma il capo di Stato americano.

9.10. 2023
Assemblea Nato, Zelensky: «Hamas e Mosca lo stesso male»
In un discorso tenuto tramite collegamento video alla sessantanovesima sessione annuale dell’assemblea parlamentare della Nato a Copenaghen, in Danimarca, il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky afferma che Hamas e Putin siano «lo stesso male». «L’unica differenza — precisa — è che c’è un’organizzazione terroristica che ha attaccato Israele e qui c’è uno stato terrorista che ha attaccato l’Ucraina».

7.10.23
Israele, oltre 1400 civili uccisi e più di 200 presi in ostaggio da Hamas in un attacco a sorpresa
Miliziani dell’organizzazione terroristica palestinese Hamas uccidono con missili e colpi d’arma da fuoco più di 1400 civili israeliani e prendono in ostaggio oltre 200 cittadini, dopo aver fatto breccia via terra, via mare e via cielo a sud dello Stato di Israele a bordo di pick-up, gommoni e deltaplani.
L’assalto, eseguito di sabato approfittando di quello che viene considerato un giorno di festa nella religione ebraica, coglie di sorpresa l’intelligence israeliana.
L’obiettivo rivendicato dai terroristi palestinesi di Hamas è quello di uccidere gli ebrei in quanto tali, in ossequio alla propria carta costituiva che contempla la guerra santa contro gli infedeli non musulmani come unico modo per risolvere la questione palestinese e prevede la distruzione dello Stato di Israele. 

Tel Aviv, Netanyahu: «Siamo in guerra e la vinceremo»
Con un video rivolto alla nazione, il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu afferma che lo Stato di Israele è in guerra e che la vincerà.
«Ho ordinato di richiamare i riservisti per combattere», annuncia. «Il nemico pagherà un prezzo».
Il giorno successivo viene dichiarato lo stato di guerra.