Il 21 giugno un drone dell’esercito israeliano ha colpito un’auto uccidendo tre palestinesi. Secondo un portavoce dell’esercito israeliano, il veicolo era stato usato da un gruppo terroristico per compiere una sparatoria nei pressi della cittadina di Jalamah, non distante dal campo profughi di Jenin, in Cisgiordania. Il giorno prima c’erano stati altri scontri, sempre in Cisgiordania. Quattro israeliani erano stati uccisi e altri quattro feriti durante un attacco nella stazione di servizio dell’insediamento coloniale di Eli, tra le città palestinesi di Nablus e Ramallah. L’esercito israeliano aveva poi ucciso due palestinesi ritenuti colpevoli dell’attentato. Il gruppo islamista radicale, Hamas, aveva elogiato e ricordato i palestinesi che avevano preso parte allo scontro.

Uomini dell’esercito di Israele (fonte: Ansa)

Lotta armata? – Nell’ultimo anno e mezzo gli scontri tra israeliani e palestinesi in Cisgiordania si sono molto intensificati: dall’inizio del 2023 fino a ieri sono morti almeno 160 palestinesi e 21 israeliani in scontri simili tra la Cisgiordania e la Striscia di Gaza. L’analista Mouin Rabbani, direttore di Jadalliya, sostiene: «È ancora presto per affermare che è cominciata la lotta armata contro l’occupazione israeliana perché le azioni palestinesi sono nella maggior parte dei casi una reazione ai raid israeliani nelle città cisgiordane». Il Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, si è espresso contro l’espansione delle colonie israeliane nei territori palestinesi che ha descritto come «una violazione flagrante del diritto internazionale» e «un ostacolo significativo alla realizzabilità della soluzione a Due Stati e al raggiungimento di una pace giusta, durevole e inclusiva». «L’espansione di questi insediamenti coloniali illegali”, ha continuato Guterres, «è causa di tensioni e di violenze e aumenta in misura considerevole il bisogno di aiuti umanitari da parte della popolazione». Parole alle quali il rappresentante di Israele alle Nazioni unite ha reagito duramente.

Colonie illegali – Gli insediamenti, noti anche come colonie israeliane, sono stati costruiti dopo la fine della Guerra dei sei giorni, combattuta nel 1967 fra Israele e una coalizione di stati arabi. Alla fine della guerra, Israele conquistò tutta la Cisgiordania, cioè la fascia di territori che si estende più o meno da Gerusalemme fino alla sponda occidentale del fiume Giordano (al di là c’è la Giordania). Oltre alla Cisgiordania, Israele conquistò anche l’intera città di Gerusalemme: la parte ovest faceva già parte del suo territorio, mentre la parte est, abitata soprattutto da palestinesi, dal 1948 fino a quel momento aveva fatto parte della Giordania. Le colonie israeliane non sono mai state riconosciute dalla comunità internazionale.