«Abbiamo presentato una risoluzione all’esame del Consiglio di Sicurezza che chiede un cessate il fuoco immediato legato al rilascio degli ostaggi. Speriamo che i Paesi la sostengano». Con queste parole il segretario di Stato americano Antony Blinken ha annunciato la decisione degli Stati Uniti. Una mossa che arriva dopo diversi veti messi proprio dagli Usa a risoluzioni Onu che chiedevano uno stop ai combattimenti. Tutto questo mentre sul campo continuano gli attacchi israeliani sull’ospedale di Al-Shifa dove, secondo Tel Aviv, sarebbero stati uccisi 140 miliziani di Hamas.

Il tour – Oltre che nell’intervista con l’emittente saudita Al Hadath, durante la quale è stata annunciata la risoluzione Onu, lo stop al conflitto è stato ribadito più volte da Blinken nel corso del suo viaggio in Medioriente: il segretario americano ha fatto scalo a Jeddah per un incontro con il principe saudita Mohammad bin Salman. Tramite un post sul suo profilo X, Blinken ha detto di aver «discusso della crisi umanitaria e degli sforzi da fare per incrementare gli aiuti ai palestinesi», sottolineando la volontà di trovare un accordo per il cessate il fuoco e per ristabilire la sicurezza nella regione. Il segretario ha poi incontrato il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi per riaffermare gli stessi concetti: interruzione del conflitto per almeno sei settimane e rilascio degli ostaggi.

Fuoco sul campo – I bombardamenti, iniziati oltre sei mesi fa, non accennano a interrompersi. L’esercito di Israele sta ancora operando con forza all’interno dell’ospedale di al-Aqsa, causando danni irreparabili al nosocomio allestito per aiutare i palestinesi. L’altro ospedale sotto attacco è quello di al-Shifa, dove, secondo Tel Aviv si nasconde Hamas: più di 140 miliziani sarebbero stati uccisi negli ultimi raid. Nove vittime anche nel campo Nuseirat al centro della regione, con il totale dei morti palestinesi che ha raggiunto quota 31.988. I feriti invece sono oltre 74mila.

La crisi – Sangue e fame dilagano nella Striscia. Secondo l’ultimo report di Integrated Food Security Phase Classification (IPC) Gaza ha raggiunto un livello medio di emergenza per quanto riguarda l’approvvigionamento di cibo, con addirittura 677mila persone che si trovano in una situazione definita catastrofica. E le proiezioni sono ancora più gravi: al 15 luglio potrebbero arrivare a oltre un milione i palestinesi in questa condizione, con 854mila persone in stato di emergenza e 265mila in crisi.