Sono 27 le vittime accertate nel naufragio di una imbarcazione avvenuto il 24 novembre nel canale della Manica. I passeggeri, una trentina di migranti partiti da Calais, tentavano di raggiungere la Gran Bretagna ma il gommone su cui viaggiavano si è sgonfiato, capovolgendosi. A dare l’allarme è stato un pescatore, che per primo ha visto i corpi galleggiare in acqua. Tra le vittime, secondo il ministro dell’Interno francese, ci sono tre bambini e 7 donne, di cui una incinta, ma il bilancio dei morti di quello che è già il peggior incidente mai avvenuto lungo la Manica potrebbe salire ancora. Nonostante le pessime condizioni meteorologiche, altre due imbarcazioni con circa 40 migranti a bordo sono arrivate a Dover stamattina.

La nuova rotta – È dal 2018 che lo stretto lembo di mare che separa Francia e Regno Unito è oggetto delle traversate dei migranti, da quando gli accessi al porto di Calais e al tunnel sotto la Manica sono stati resi impossibili. Dall’inizio del 2021 già 31.500 migranti avrebbero lasciato le coste francesi e attraversato il Canale su imbarcazioni di fortuna. La polizia francese, secondo cui sul gommone ci sarebbero state 34 persone, ha fermato cinque “passeur” (trafficanti di uomini), due dei quali a nord di Dunkerque, non distanti dal confine con il Belgio. Intanto elicotteri e navi dei guardacoste proseguono le ricerche di eventuali dispersi. Dalle testimonianze dei pescatori si apprende che mercoledì più migranti del solito hanno lasciato la costa francese nei pressi di Calais, nel tentativo di approfittare delle condizioni del mare calmo nonostante l’acqua fosse molto fredda.

Londra chiede la linea dura – «Non lasceremo che la Manica diventi un cimitero», ha commentato Emmanuel Macron. Il presidente francese, a Roma per la firma di un trattato con l’Italia, ha richiesto una «riunione d’urgenza dei ministri europei implicati nella sfida migratoria» e un rafforzamento di Frontex, l’agenzia Ue che si occupa del controllo delle frontiere, assicurando che la Francia «farà tutto il necessario per ritrovare e condannare i responsabili». Dall’altra sponda del mare, il primo ministro britannico Boris Johnson ha convocato il comitato Cobra per la gestione delle emergenze. Da tempo Londra chiede a Parigi una linea più dura per contenere il flusso migratorio verso il Regno Unito, che ha raggiunto il picco di oltre 1000 arrivi al giorno. «Abbiamo avuto difficoltà a persuadere alcuni dei nostri partner, in particolare i francesi, a fare le cose nel modo in cui pensiamo che la situazione meriti», ha dichiarato Johnson a margine della riunione di Cobra. Downing Street ha comunque reso noto che i leader dei due Paesi «hanno concordato, nel corso di una telefonata, sull’urgente necessità di aumentare i loro sforzi congiunti per impedire questi attraversamenti e fare tutto il possibile per fermare i trafficanti che mettono a rischio la vita». Qualche settimana fa, la multinazionale francese di articoli sportivi Decathlon aveva sospeso la vendita di canoe e kayak nel suo punto vendita di Calais, dopo che alcune di queste erano state utilizzate dai migranti in un disperato tentativo di attraversare la Manica.

Le proteste – Intanto al porto di Calais è stata organizzata una protesta, con un gruppo di persone che si è raccolto per commemorare le vittime e chiedere un trattamento migliore per i migranti. “30 anni di annunci, di trattamenti inumani e degradanti“, si leggeva su uno degli striscioni sorretti dai manifestanti. L’organizzazione non governativa britannica Refugee concil, fondata nel 1951 in seguito alla Convenzione delle Nazioni Unite sui rifugiati, ha pubblicato un comunicato in cui chiede al governo di Londra «un insieme di soluzioni più eque, più compassionevoli ed efficaci», piuttosto che «misure più severe che cercano di punire e respingere, o dichiarazioni imprecise e false che cercano di disumanizzare e, peggio, demonizzare le persone che attraversano il canale». «Dietro ogni singola persona che ha perso inutilmente la vita la scorsa notte c’era una persona che cercava sicurezza, protezione e che aveva la speranza di una nuova vita che ora non sarà mai realizzata», conclude il comunicato.