20051228 - IMMIGRAZIONE, CONSULTA BOCCIA ALTRA NORMA DELLA BOSSI-FINI  - Un barcone di immigrati nelle acque dell'isola di Lampedusa (Agrigento) in un'immagine d'archivio del 22 giugno scorso. FRANCO LANNINO/ARCHIVIO ANSA/jiAncora sbarchi nel Mediterraneo alla vigilia della decisiva riunione della Commissione europea sull’emergenza immigrazione. Più di 1.200 i migranti arrivati in poche ore in Grecia, secondo Paese dell’Unione per accoglienza. Dopo l’Italia. E quindi gli Stati più di tutti interessati al vertice del 27 maggio. Nel vertice di Bruxelles, ogni capitale dovrà presentare un proprio piano. In quello italiano dovrebbero essere inserito, stando alle indiscrezioni, i cosiddetti “hotspot”, i centri dove saranno presenti tecnici dell’Ufficio europeo per l’asilo (Easo) e di Frontex. Qui i migranti in arrivo verranno concentrati per il rilevamento delle impronte digitali ed i primi accertamenti, spiegano fonti comunitarie. E l’Italia si impegna a presentare ogni tre mesi a Commissione e Consiglio Ue un report sullo stato della situazione. E in caso di irregolarità nella registrazione degli arrivi, come ad esempio l’omissione di prendere le impronte digitali, i trasferimenti agli altri Stati membri potrebbero essere sospesi. Il meccanismo resterà in vigore per 24 mesi.

Un incontro,quello della Commissione europea, che si preannuncia tutt’altro che tranquillo, stando alle anticipazioni del Corriere della Sera. E le incognite per l’Italia potrebbero essere numerose.

Secondo il testo del piano, la distribuzione tra i vari Paesi dell’Unione dovrebbe riguardare soltanto i nuovi arrivati, escludendo invece quanti sono già presenti sul territorio italiano. In più, ci sarebbero anche dei limiti sulla nazionalità dei migranti: solo eritrei e siriani potranno lasciare l’Italia. Non i migranti provenienti da altri Paesi. La regola fissata dalla Commissione prevede che ad essere “ricollati” possano essere solo “i richiedenti asilo che godono del regime di protezione nel 75 per cento degli Stati membri”. Gli eritrei sono l’etnia più numerosa giunta quest’anno sulle nostre coste: su 41.470 sbarcati dal primo gennaio, ne sono arrivati 10.092 pari al 24 per cento del totale. Inoltre, la quota di migranti da mandare altrove resta di 24 mila, ma spalmata in due anni. Stando così le cose, l’Italia dovrà continuare a gestire da sola i quasi 90 mila migranti già sistemati nei vari centri di accoglienza.

Se effettivamente dunque le decisioni finali saranno queste, sarebbe senza dubbio una doccia fredda per il nostro Paese. Una brutta sorpresa, innescata anche dalle pressioni esercitate sul presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker da parte di Spagna e Francia, ma anche dall’ Ungheria. E come sollecitato dal presidente francese Francois Hollande, sparisce dal testo il termine “quota”, sostituito dal più generico “redistribuzione”.

Di sicuro, la sfida della riunione del 27 maggio sarà riuscire a trovare un compromesso da richieste ed esigenze, a volte assai lontane, dei 28 Paesi dell’Unione.

Flavio Bianco