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Nuova tragedia al largo delle coste greche, dove sono morti 18 migranti tra cui nove bambini

Due naufragi nelle ultime 48 ore. Per la Grecia il 2016 potrebbe diventare l’annus horribilis sul fronte immigrazione. Questa mattina l’ennesima tragedia. A largo di Samo a perdere la vita in mare sono state 18 persone di cui nove bambini. Secondo il racconto dei sopravvissuti, il barcone si sarebbe rovesciato al largo della costa turca, da mesi punto di partenza di migliaia di profughi che cercano di arrivare in Europa. Il bilancio della tragedia resta ancora incerto: in queste ore sono in corso le operazioni della Guardia Costiera greca per cercare eventuali dispersi.

Un lavoro incessante quello della marina ellenica. Solo ieri un altro naufragio al largo dell’isola di Kos, ha causato la morte di sette persone, tra cui due bambini. Una situazione resa ancor più drammatica dalle condizioni meteo invernali che rendono più pericolose le traversate via mare. Un rischio che non sembra però incidere sul numero delle partenze. Secondo l’Oim, l’Organizzazione internazionale delle migrazioni, dal primo gennaio gli arrivi dal Mediterraneo sono saliti a quota 40 mila.

Un’emergenza che ha portato i Paesi dell’ Unione Europea a puntare il dito contro Atene, rea di non aver saputo gestire i flussi migratori. L’accusa dei commissari Ue, riuniti al vertice di Amsterdam, non lascia possibilità di replica: nel rapporto sullo stato delle frontiere esterne in Grecia, si parla di «serie carenze nel sistema». Tanto che l’Europa potrebbe ripristinare i controlli alle frontiere interne per i prossimi due anni. Se così fosse verrebbe sospeso il trattato di Schengen sulla libera circolazione di persone e merci.

Linea dura anche in Svezia

Migranti: Svezia espellerà 80.000 richiedenti asilo

Migranti in marcia verso la Svezia, ma il Paese scandinavo sta cambiando la propria politica sull’accoglienza

Il Paese simbolo dell’accoglienza fa un passi indietro: il governo svedese ha dichiarato di voler espellere 80 mila richiedenti asilo. Ad annunciarlo il ministro degli Interni Anders Ygeman che ha parlato delle grosse difficoltà di Stoccolma nel gestire l’emergenza profughi. Il problema sono i numeri. Circa 163 mila migranti hanno chiesto asilo in Svezia nel 2015. Un Paese che vanta il tasso pro capite di migranti più alto d’Europa, con un’approvazione delle richieste nel 55 per cento dei casi. Ma nonostante gli sforzi, il meccanismo dell’accoglienza si è inceppato. Dopo una serie di episodi di violenza – ultimo l’omicidio di una dipendente di un centro d’asilo lo scorso 25 gennaio – la politica ha scelto il pugno duro. Il piano, ha spiegato Ygeman, è quello di un rimpatrio massiccio. Nei prossimi mesi verranno organizzati dei voli speciali per riportare i migranti nei loro Paesi d’origine. È la fine di un’epoca. La politica di aiuti voluta dallo storico premier Olof Palme si scontra con numeri troppo grandi. E così anche l’accogliente Stoccolma si barrica dietro ai suoi muri.

Diana Cavalcoli