Il primo ministro britannico Rishi Sunak ANSA/Tolga Akmen

«Insediarsi in questo Paese non è un diritto ma un privilegio». Così il primo ministro britannico, Rishi Sunak, ha commentato il piano anti immigrazione presentato il 7 marzo in Parlamento. Il provvedimento mira a bloccare gli sbarchi di migranti sulle coste britanniche. Secondo la proposta di legge, chi attraverserà la Manica senza visto non potrà chiedere asilo, ma sarà trasferito a forza in Ruanda o in altri paesi disposti ad accettarlo. Le misure che potrebbero entrare in vigore hanno attirato le critiche della comunità internazionale.

Il disegno di legge – La ministra degli interni britannica, Suella Braverman, ha presentato alla camera dei Comuni una proposta di legge che introduce un giro di vite per l’immigrazione clandestina. Chi entrerà illegalmente nel Regno Unito non non potrà più chiedere il diritto d’asilo, ma verrà disposto nei suoi confronti uno stato di fermo (di durata non superiore ai 28 giorni) e poi il rimpatrio o il trasferimento in un “paese terzo sicuro”, come il Ruanda. Il governo britannico ha concluso un accordo nel 2022 che prevedeva il trasferimento nel paese africano di alcuni dei rifugiati nel Regno Unito. Se dovessero entrare in vigore le nuove norme, non solo quindi il migrante irregolare non potrà più chiedere il diritto d’asilo, ma perderà a vita il diritto di tornare in Gran Bretagna e richiedere la cittadinanza. Sono previste alcune eccezioni per chi ha meno di 18 anni, è gravemente malato o è considerato “a rischio di un reale e irreversibile danno”. Sunak si è espresso favorevolmente sul nuovo pacchetto normativo “antigommoni” e ha dichiarato: «L’immigrazione illegale è ingiusta per i contribuenti, è ingiusta per quelli che vengono qui legalmente ed è profondamente sbagliato che le gang criminali siano autorizzate a continuare il loro commercio immorale». Nel 2022 quasi 46mila migranti hanno attraversato la Manica in modo irregolare. Nel 2021 erano stati 28.500.

Le contestazioni- «Londra come la Germania nazista», ha dichiarato, riferendosi al disegno di legge, l’ex calciatore Gary Lineker, volto noto della BBC e ora minacciato di licenziamento per la sue presa di posizione . Ma le critiche sono arrivate anche da oltre Manica. Le Nazioni Unite hanno affermato che i piani anti immigrazione della Gran Bretagna equivarrebbero a un «divieto di asilo» e hanno sollecitato ad adottare soluzioni «più umane». Vicky Tennant dell’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR) ha dichiarato che la proposta di legge viola la Convenzione sui Rifugiati poiché nega protezione a soggetti in reale pericolo.