Bond a prezzi stracciati. Uno sconto di quasi il 70%, sulle spalle di un Paese da mesi in crisi politica, sociale ed economica, dove durante nuove proteste un altro manifestante, appena 17enne, è stato ucciso da un agente di polizia. È l’ultimo affare che la banca americana Goldman Sachs ha fatto in Venezuela, dove ha deciso di comprare obbligazioni di Petroleos de Venezuela, la compagnia petrolifera del Paese, per un valore di 2,8 miliardi di dollari. Ma pagandole appena 865 milioni. I titoli, emessi nel 2014 con scadenza nel 2022, possono rappresentare un ottimo affare per l’istituto americano perché le riserve petrolifere venezuelane, stimate in oltre 300 miliardi di dollari, sono tra le più importanti del pianeta. Oggi sono poco redditizie, per via dello scarso valore del prezzo del greggio provocato dalla sovrabbondanza di offerta. Ma se la quotazione del greggio dovesse alzarsi e il Paese uscisse dalla crisi, la banca d’affari ne trarrebbe un profitto record.
Paese in crisi – Petroleos de Venezuela è la società pubblica che gestisce l’estrazione e la distribuzione del petrolio e la sua situazione patrimoniale è piuttosto critica. Proprio a causa del basso prezzo del petrolio i vertici della società, lo scorso anno, hanno chiesto ai detentori di titoli di accettare una riduzione del valore delle obbligazioni per evitare una perdita più grave negli anni a venire. La società è però anche la cassaforte dei conti del Venezuela, che è così lentamente sprofondato nella spaventosa crisi sociale e finanziaria in cui si sta dibattendo. Il problema è che il prezzo del petrolio continua a essere troppo basso per sostenere i programmi di assistenza alla povertà che erano stati avviati da Chavez e che il successore Maduro non riesce a mantenere. Il presidente ha così imposto una svolta dai contorni dittatoriali per affrontare la crisi sociale che ha travolto il Venezuela ed è oggi accusato di violazione dei diritti umani.
Accuse a Goldman – «Sono bond macchiati di sangue», è l’accusa che gli oppositori di Maduro rivolgono alla banca d’affari americana. Acquistando le obbligazioni Petroleos de Venezuela, che erano nelle mani della banca centrale di Caracas, Goldman Sachs ha concluso una transazione che l’opposizione al governo considera un’ancora di salvezza per il presidente Nicolas Maduro. 865 milioni di dollari dritti dritti nelle casse del governo del presidente, una fondamentale boccata d’ossigeno. «Abbiamo investito in quei bond perché riteniamo che la situazione nel Paese sia destinata a migliorare nel tempo – replica Goldman Sachs – E li abbiamo acquistati sul mercato secondario da un broker, non abbiamo interagito con il governo del Venezuela». Parole che la banca d’affari ha usato per rispondere all’opposizione di Maduro che la accusa di «far soldi sulle sofferenze del popolo» ma anche di dare liquidità a un governo accusato di violazione di diritti umani permettendogli di rimanere in carica. Manifestazioni di protesta contro Goldman Sachs hanno avuto luogo in diverse città degli Stati Uniti negli ultimi giorni, soprattutto a New York e Miami.