«Stai zitto, ometto. Non c’è niente che possa sostituire Starlink». Elon Musk procede con la sua campagna diplomatica a suon di post su X, il suo social network. Questa volta se l’è presa con il ministro degli Esteri polacco Rodoslaw Sikorski, che in seguito alla minaccia dell’imprenditore sudafricano con cittadinanza statunitense di tagliare Starlink all’Ucraina, ha detto che «Varsavia paga i servizi di Starlink per Kiev (50 milioni l’anno circa, ndr). Se si dimostrerà un fornitore inaffidabile, saremo costretti a cercarne altri». La smentita è arrivata alcune ore dopo dallo stesso Musk, affermando che non spegnerà Starlink e che non la userà come merce di scambio. Ma poi ha aggiunto: «Senza Starlink, le linee ucraine certamente collasserebbero».
Cosa succederebbe a Kiev – Se davvero Elon Musk decidesse di staccare la connessione di Starlink all’Ucraina, le conseguenze sarebbero disastrose. La costellazione satellitare ideata dall’imprenditore sudafricano è la vera arma segreta di Kiev. Quella più importante forse, che ha permesso alle forze ucraine di resistere fin qui all’invasione russa. La rete permette infatti a un software di condividere sullo schermo di un tablet immagini raccolte da droni in tempo reale che informano i reparti di difesa circa gli spostamenti dei soldati russi. Si stima che gli ucraini dispongano circa di 40.000 terminali. In caso quindi di un improvviso off di questo sistema da parte di Musk, le forze di Kiev andrebbero incontro a una grandissima crisi. A mancare sarebbero infatti anche le comunicazioni tra gli stessi reparti ucraini.
Trump e l’Ucraina – Le parole di Musk hanno suscitato grande preoccupazione a Kiev. Questo anche dopo il congelamento degli aiuti militari da parte del presidente americano Donald Trump e dello stop alla condivisione dell’intelligence. A gettare ulteriore benzina sul fuoco è stato lo stesso tycoon, che in un’intervista alla televisione Fox, ha detto che «Zelensky, durante l’amministrazione Biden, ha preso soldi dagli Stati Uniti come caramelle da un bambino. Non è però riconoscente – ha proseguito riferendosi al suo collega ucraino -. Gli abbiamo dato 350 miliari di dollari, ma parla solo del fatto che sono loro a combattere e che sono coraggiosi».
Guerra e tentativi di pace – Nel frattempo non si fermano i combattimenti. Le forze di Mosca stanno accerchiando quelle ucraine e sembrano prossime a riprendersi la regione russa del Kursk, occupata da Kiev lo scorso 6 agosto con l’obiettivo poi di scambiarla con una parte del Donbass. Secondo le stime degli esperti, agli ucraini rimarrebbero in mano solamente 400 chilometri quadrati di quell’area, a fronte dei 1.300 di pochi mesi fa. Intanto nella giornata di oggi, 10 marzo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky volerà in Arabia Saudita per incontrare il principe Mohammed bin Salman. Domani invece la delegazione di Kiev inizierà i colloqui con quella americana, capeggiata dal Segretario di Stato Marco Rubio. Sul tavolo la firma del trattato sullo sfruttamento delle risorse minerarie ucraine e tentativi di avvio di negoziati di pace con la Russia.