Jens Stoltenberg (Fonte: Flickr)

Il prossimo Segretario Generale della Nato – l’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord – sarà donna. Sono queste le indiscrezioni che circolano tra la stampa estera, dopo che la premier danese Mette Frederiksen – da tempo favorita nella corsa alla leadership dell’alleanza – lunedì 5 giugno volerà alla Casa Bianca per un incontro tête-à-tête con il Presidente americano Joe Biden. Gli obiettivi? Formalmente i due capi di Stato s’incontreranno per discutere della cooperazione tra i loro Paesi, della guerra in Ucraina e del Summit Nato, fissato per il prossimo 11 e 12 luglio a Vilnius, Lituania. Ma sono in tanti a credere che si possa trattare dell’assegnazione non ufficiale dell’incarico. Nonostante le speculazioni, la leader danese ha sempre smentito le voci su una sua probabile nomination. «Non mi sto candidando per nessuna posizione», ha dichiarato nelle scorse ore, riferendosi al suo imminente colloquio. «Sono solo stata invitata dal presidente Joe Biden».

Profilo – Ma chi è la donna che il prossimo autunno potrebbe prendere il posto di Jens Stoltenberg alla guida della Nato? Classe 1977, Mette Frederiksen è cresciuta ad Aalborg – città nel nord della Danimarca – insieme alla madre insegnante e al padre tipografo. Dopo una laurea in amministrazione e scienze sociali nella sua città e una specializzazione in Studi africani a Copenaghen, si è avvicinata alla politica lavorando come consulente per i giovani della LO, la Confederazione dei sindacati danesi. La svolta è arrivata però solo nel 2001, quando viene eletta deputata per la Contea di Copenaghen. Da lì la carica di ministra del lavoro (2011-2014) e della giustizia (2014-2015), la leadership del gruppo dei Socialdemocratici e infine la nomina a capo del governo nel 2019 a soli 41 anni, la più giovane ad aver ricoperto tale carica. Un curriculum che potrebbe fare di lei la protagonista di un nuovo primato: la prima donna a capo della NATO. Secondo l’agenzia di stampa Reuters, a ostacolare la corsa sembrerebbero però esserci i ritardi negli investimenti alla difesa. Mancanza a cui Mette Frederiksen ha tentato di rimediare grazie a un piano di incremento della spesa militare programmato per i prossimi dieci anni.

Altre candidature – Nei mesi precedenti diversi sono stati i nomi presi in considerazione dal presidente americano. Tutti, comunque, coniugati al femminile. In primis l’attuale presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, che, tuttavia, non ha mai confermato la sua disponibilità ad accettare la posizione visto che il suo mandato finirà solo a ottobre 2024. Al vaglio anche la prima ministra estone Kaja Kallas, più volte definita dalla stampa come troppo “hawkish” (aggressiva) per il ruolo. «È improbabile che mi offriranno questo lavoro», ha rivelato Kallas in un’intervista rilasciata alla BBC’s Newsnight. «Provengo dal blocco dell’Est e nonostante l’Estonia sia nella NATO da oltre 20 anni, penso ci siano alcuni Paesi considerati più qualificati». Anche la vice-premier canadese Chrystia Freeland non avrebbe incontrato l’approvazione dei membri della Nato. Secondo Politico la causa sarebbe la sua lontananza dall’Europa. Fattore che provocherebbe reazioni negative da parte dei capi di Stato europei.