A poca distanza dal sepolcro del filosofo che teorizzava la pace perpetua ci sono oggi batterie missilistiche russe puntate verso Occidente. A Kaliningrad tornano a soffiare venti di Guerra Fredda a 23 anni dalla caduta del muro di Berlino. Mosse e contromosse strategiche, tra dichiarazioni diplomatiche e posizionamenti militari, che rendono sempre più complicate le relazioni bilaterali tra Unione Europea e Russia e tra quest’ultima e la superpotenza americana.
Un tempo Kaliningrad era Königsberg, città gioiello della Prussia orientale affacciata sul Baltico. Lì nacque, visse ed è sepolto il filosofo tedesco Immanuel Kant. La città è tornata sotto gli occhi del mondo in seguito alla decisione russa di fare di essa il sito missilistico più vicino all’Europa. Dopo la seconda guerra mondiale la città è stata annessa all’Unione Sovietica e, nel 1946, ha cambiato nome. E volto: distrutta dai bombardamenti britannici e dall’assedio dell’Armata Rossa, la vecchia architettura e urbanistica prussiana sono state cancellate dalla storia. Delle mura fortificate, del castello, della cattedrale, dell’università Albertina, dei quartieri di Altstadt, Löbenicht, Kneiphof non rimane traccia. Oggi la regione è un’enclave russa stretta tra Polonia e Lituania.
Diplomazia a corta gittata. La notizia dei missili, rivelata dal quotidiano popolare tedesco Bild, è stata confermata da Igor Konashenko, portavoce del ministero della Difesa russo: “I complessi missilistici tattico-operativi Iskander – ha dichiarato il funzionario russo – sono in dotazione delle truppe del distretto militare occidentale”. Immaginando l’irritazione dei vicini Paesi europei membri della Nato e degli Stati Uniti, Konashenko ha spiegato che l’installazione di questi complessi missilistici non rappresenta una violazione degli accordi internazionali. Ma la preoccupazione delle vicine Polonia e Lituania e degli Stati Uniti non si è fatta attendere. “Abbiamo chiesto alla Russia di evitare misure che destabilizzano la regione”, ha detto il portavoce aggiunto del dipartimento di Stato Usa, Marie Harf. Precisando che Washington ha parlato direttamente con Mosca, per riferire le preoccupazioni di Polonia e Lituania: “I Paesi vicini hanno espresso inquietudine per questa mossa. In ogni caso continueremo a discuterne”, ha aggiunto Harf. Il ministero degli Esteri polacco ha definito “preoccupanti” le manovre russe, aggiungendo che si tratta di un “un problema per l’intera Nato” che richiede consultazioni e risposte. Inquietudine anche da parte della Lettonia, con il ministro della Difesa Artis Pabriks che parla di “notizia allarmante”. Anche il ministro della Difesa estone Urmas Reinsalu ha commentato: “Qualsiasi estensione delle capacità militari della Federazione Russa nella nostra regione è un motivo di preoccupazione”.
Una regione strategica. Obama aveva dato segnali di distensione, annunciando di voler rinunciare allo scudo missilistico Nato da installare in Polonia. Ma la crisi a Kiev e il conflitto siriano hanno dato un nuovo impulso al riarmo. Il capo del Pentagono Chuck Hagel martedì ha spiegato al ministro della Difesa russo Sergey Shoyrgu che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno la necessità di continuare i progetti di difesa missilistica in Europa e che i sistemi antimissile Nato “non fanno pesare alcuna minaccia sulla Russia”. Kaliningrad è il punto estremo di quella “regione militare occidentale” che si estende fino a San Pietroburgo e a Kiev, in Ucraina. Rimane l’ultimo avamposto russo in Europa con un affaccio sul mare. Kaliningrad è la regione costiera più a sud-est del Mar Baltico. Con i suoi 15mila km quadrati è la più piccola regione della Federazione Russa, ma ha una grande rilevanza per gli assetti geopolitici dell’area. Soprattutto per la sua collocazione insolita: pur essendo tagliata fuori dal resto della Russia, ha l’unico porto senza ghiaccio sul mar Baltico. Il clima è temperato e le temperature più elevate rispetto a Mosca e a San Pietroburgo grazie ai venti riscaldati dalla corrente del Golfo e all’esposizione record ai raggi UV (135 giorni all’anno, la più alta di tutta la Russia). Queste caratteristiche l’hanno fatta diventare la via più corta per i trasporti verso le altre regioni russe e la “porta marina” per l’Europa dell’Est. Ha una popolazione di 950mila persone e un’economia marina fondata sull’industria del pesce e sui servizi logistici legati al commercio estero. È anche la base della più grande flotta di pescherecci del Baltico. Un posto troppo strategico per non suscitare l’interesse dei militari. Gli “Iskander” sono missili terra-terra a corto raggio con sistemi di lancio mobili (all’occorrenza, dei semplici fuoristrada) e una gittata di 500 km. Potrebbero quindi,teoricamente, raggiungere Berlino o Varsavia. Questo tipo di missili è stato adottato dalle forze armate russe nel 2005 e ha un’alta precisione. In sedici minuti dall’ordine di lancio possono essere operativi. Sono testate convenzionali, rivestite al massimo con strato protettivo in grado di assorbire le onde radar. Secondo fonti tedesche, inoltre, le nuove versioni di queste testate potrebbero ospitare però anche bombe nucleari. Nuove, potenziali minacce che rimandano a un passato che forse ritorna.
Federico Thoman
Andrea Tornago