Netanyahu IranNetanyahu punta ancora il dito contro l’Iran. Il Paese sarebbe, ha ribadito il premier israeliano, il grande responsabile degli scontri che ieri 28 gennaio hanno coinvolto israeliani ed Hezbollah sulle alture del Golan. In mattinata alcuni soldati del gruppo sciita hanno infatti attaccato lungo la Linea Blu che divide Libano e Israele una pattuglia della Stella di David, uccidendo due soldati israeliani e innescando una escalation di violenze.

Non solo Tel Aviv piange i suoi morti. Un casco blu dell’Onu, lo spagnolo Francisco Toledo, è rimasto ucciso da un missile israeliano. E mentre dalle Nazioni Unite giunge una richiesta di “adeguate indagini” per l’accaduto, Netanyahu ha commentato: “La pagherete. Ricordate Gaza”. Il chiaro riferimento è all’operazione Protective Edge lanciata la scorsa estate contro la striscia palestinese, che ha causato migliaia di morti tra i civili.

Ad essere condannato è l’Iran, ”lo stesso Iran – ha aggiunto il premier israeliano – che sta cercando di raggiungere un accordo, tramite le grandi potenze, che lo lascerebbe in grado di sviluppare armi nucleari. Noi ci opponiamo con forza a questo accordo”. Il dossier in questione coinvolge l’Iran e i rappresentanti del 5+1 (Cina, Francia, Germania Regno Unito, Russia e Stati Uniti) e prevede la sospensione dell’arricchimento di uranio a livelli superiori al cinque per cento e la costruzione del reattore di ricerca di Arak, in cambio della sospensione di alcune sanzioni che gravavano sull’economia iraniana.

Le tensioni tra Israele ed Hezbollah erano nell’aria da diversi giorni, in particolare da quando lo scorso 18 gennaio un’incursione aerea sul Golan, a Quneitra, aveva causato la morte di sei miliziani del gruppo sciita, di cinque ufficiali iraniani e di un comandante della Guardia Rivoluzionaria di Teheran. L’Iran aveva promesso vendetta anche a nome del partito libanese antisionista. Puntuale, il 21 gennaio, un giovane palestinese – poi catturato – aveva accoltellato 12 pendolari su un autobus di Tel Aviv. “Da tempo l’Iran cerca, con l’aiuto di Hezbollah, di creare sul Golan un fronte terroristico contro di noi”, ha commentato ancora Netanyahu, rivolgendosi poi al governo libanese e al regime siriano di Bashar al-Assad, che “hanno pure responsabilità per le conseguenze degli attacchi che partono dal loro territorio contro di noi”.

Chiara Piotto