«New York is not for sale», non è in vendita: è stato lo slogan della campagna elettorale del candidato democratico Zohran Mamdani, ora primo cittadino della Grande Mela. Dall’Italia qualcuno ha commentato che con la radicalità si vincono le elezioni; altri hanno analizzato il suo programma elettorale per capirne la fattibilità. Lo stesso Mamdani ha ammesso nel discorso della vittoria a Brooklyn che dopo una «campagna elettorale in poesia» ora dovrà «governare in prosa», citando l’ex sindaco Mario Cuomo. A chi lo accusa di comunismo, come il presidente Donald Trump, Mamdani ribadisce la sua identità di socialista democratico, mentre prepara una squadra di transizione tutta al femminile per la nuova amministrazione. E a chi ne critica le posizioni idealiste e populiste risponde entrando nel dettaglio dei provvedimenti, di quanto costeranno e di quali coperture dovranno essere trovate.
Il programma del nuovo sindaco è incentrato sull’accessibilità economica: asili nido e bus gratuiti, blocco degli affitti e nuove case popolari, salario minimo a 30 dollari l’ora e negozi di alimentari pubblici con prezzi calmierati. Come sostenere queste spese? Aumentando le tasse per i residenti milionari e per le imprese: «Tax the rich», infatti, è stato un altro slogan della sua campagna elettorale.

Le proposte di tassazione – Secondo un’analisi del Sole 24 Ore, Mamdani prevede un’imposta del 2% sui redditi superiori al milione di dollari, che genererebbe circa 4 miliardi di entrate e interesserebbe 34mila famiglie. Perché la nuova tassa entri in vigore, però, serve l’approvazione dello Stato di New York. La governatrice democratica Kathy Hochul, pur avendo sostenuto il nuovo sindaco, ha già dichiarato di non voler aumentare le tasse per evitare la fuga di capitali. Per le imprese, il sindaco propone di alzare l’aliquota fino all’11,5%, in linea con quanto fatto nello Stato adiacente del New Jersey, stimando 5 miliardi di dollari di entrate annuali. Intende inoltre rafforzare la lotta all’evasione contributiva e rivedere i contratti comunali, da cui prevede un risparmio di circa 1 miliardo.

Asili nido – La promessa elettorale più ambiziosa è l’estensione dell’istruzione gratuita per la prima infanzia: asilo nido gratuito fino ai cinque anni senza limiti di reddito. Considerando che il costo medio annuo per famiglia è di 26mila dollari, la spesa pubblica stimata dal quotidiano economico italiano è di circa sei miliardi l’anno.

Autobus gratuiti – Altro cavallo di battaglia – che gli è valso l’iconica copertina del New Yorker dove si vede Mamdani prendere l’autobus con altri newyorkesi – è il trasporto pubblico gratuito. La misura permetterebbe a ogni cittadino di risparmiare circa 2mila dollari l’anno, a fronte di un costo inferiore agli 800 milioni per la città. Per rendere gli spostamenti più rapidi, prevede di ampliare anche le corsie preferenziali per gli autobus.

Gli alloggi – Il caro affitti resta uno dei problemi più gravi di New York. Il sindaco intende bloccare gli aumenti per gli appartamenti a canone regolato per quattro anni, oggi attorno ai 1.500 dollari al mese. Il provvedimento interesserebbe circa un milione di alloggi e due milioni di residenti.

In sospeso – Restano da definire la riforma della sicurezza e della polizia, insieme ai costi e alle modalità di due misure chiave: la rete di supermercati comunali e l’aumento del salario minimo a 30 dollari l’ora entro il 2030.