Lo stato di Adamawa confina a nord con quello del Borno, la zona di maggior insediamento del gruppo terroristico sunnita. E la città di Mubi, una delle sue province più popolose, è stata per diversi anni sotto il controllo di Boko Haram e ribattezzata dai fondamentalisti «città dell’Islam». Prima di quel momento la città non aveva subito attacchi terroristici. Attentati che invece hanno avuto una escalation in tutta la regione dal 2014, anno in cui le forze governative speciali hanno liberato la città. Secondo l’Onu e Amnesty International dal 2011, l’inizio dell’insurrezione jihadista, Boko Haram avrebbe ucciso più di 20.000 persone e causato oltre 2 milioni di sfollati in Nigeria.

In seguito al massiccio intervento delle forze speciali, sembrerebbe però che la minaccia di Boko Haram si stia pian piano affievolendo. Al momento diverse fonti locali riferiscono che la zona dei monti Mandara, al confine tra la regione di Adamawa e il Camerun, ospiterebbe diverse postazioni dei ribelli che lentamente starebbero facendo ritorno alla base. Se infatti da un lato era apparso prematuro l’annuncio fatto nel 2016 dal presidente nigeriano Muhammadu Buhari di aver «schiacciato» il gruppo terroristico, dall’altro le stragi degli ultimi mesi sembrano piuttosto essere un colpo di coda dei jihadisti, in ritirata e asserragliati sulle montagne.