«Un ragazzo di 17 anni ha azionato un giubbetto esplosivo» all’ingresso di una moschea della città di Mubi nella Nigeria nord orientale uccidendo almeno 50 persone. A riferirlo è la polizia locale nigeriana, secondo cui il numero di morti e feriti potrebbe ancora aumentare. L’attacco kamikaze è avvenuto alle 5,20 locali: il giovane avrebbe atteso l’arrivo dei fedeli alla moschea per la preghiera del mattino e poi, mescolatosi alla folla, avrebbe azionato il detonatore. Numerose persone sono rimaste ferite e sono state ricoverate negli ospedali della regione di Adamawa. Sebbene nessun gruppo terrorista abbia ancora rivendicato la strage, i sospetti ricadono sui fondamentalisti islamici di Boko Haram. Le modalità dell’attacco ricordano, infatti, l’attentato avvenuto lo scorso 16 novembre nella stessa contea, quando quattro formazioni suicide (due uomini e due donne) del gruppo jihaadista legato all’Isis si sono fatte esplodere in un sobborgo della città di Maiduguri (a 30 km da Mubi) uccidendo 18 persone e ferendone 29.
Secondo le autorità si tratta di uno degli attentati più gravi avvenuti negli ultimi anni nella zona nord orientale della Nigeria. E come ha ricordato la polizia locale, la conta delle vittime potrebbe aumentare nelle prossime ore. «Stiamo ancora accertando il numero delle persone rimaste ferite nell’esplosione perché si trovano ricoverate in vari ospedali del paese», ha riferito Othman Abubakar, portavoce della polizia.
In seguito al massiccio intervento delle forze speciali, sembrerebbe però che la minaccia di Boko Haram si stia pian piano affievolendo. Al momento diverse fonti locali riferiscono che la zona dei monti Mandara, al confine tra la regione di Adamawa e il Camerun, ospiterebbe diverse postazioni dei ribelli che lentamente starebbero facendo ritorno alla base. Se infatti da un lato era apparso prematuro l’annuncio fatto nel 2016 dal presidente nigeriano Muhammadu Buhari di aver «schiacciato» il gruppo terroristico, dall’altro le stragi degli ultimi mesi sembrano piuttosto essere un colpo di coda dei jihadisti, in ritirata e asserragliati sulle montagne.