Classe 1972, nata in Sud Carolina da immigrati Sikh, due volte governatrice del suo Stato, ambasciatrice Usa all’Onu fino alle dimissioni dello scorso 9 ottobre. Potrebbe essere Nikki Haley la figura chiave scelta dai repubblicani per recuperare consensi tra l’elettorato femminile sempre più a favore dei dem. C’è chi la vede avversaria di Donald Trump alle prossime primarie e chi invece pensa che lo stesso presidente possa sceglierla come vice per il 2020, scaricando Mike Pence. Certo è che, nonostante le smentite della stessa, qualcosa si sta muovendo. Sarà Haley infatti, riporta Axios, l’ospite d’onore della cena organizzata per il 27 febbraio da Paul Singer, il magnate dell’hedge-fund Elliott, a cui parteciperanno tutti i maggiori donatori newyorchesi del Grand Old Party (il partito repubblicano).

L’infanzia – Nimrata Nikki Randhawa nasce a Bamberg, nella Carolina del Sud, terza figlia di una famiglia emigrata dal Punjab indiano di fede sikh. I genitori Ajit and Raj Randhawa, racconta la sorella maggiore Simran Singh a The Atlantic, arrivarono in Canada con 8 dollari in tasca. Dopo il trasferimento a Bamberg, nel profondo sud degli Stati Uniti, furono sfrattati da due case diverse per «il colore della loro pelle». Anche l’infanzia di Nikki, prima bambina di origine indiana a frequentare le scuole della piccola cittadina, non fu facile. A 5 anni viene squalificata insieme alla sorella dal concorso Little Miss Bamberg perché non potevano rientrare né nella categoria “bianche” né in quella “nere”.

L’ascesa politica – Dopo il diploma in ragioneria, Nikki lavora tra un’ azienda di smaltimento dei rifiuti e la società dei genitori, la Exotica International Inc, che da piccola impresa di beni importati dall’estero evolve fino a fatturare milioni di dollari l’anno prima della chiusura definitiva nel 2008. Poi, la politica. Tra le file dei repubblicani, nel 2004 viene eletta alla Camera dei rappresentati per il South Carolina, di cui diventa governatrice per la prima volta nel 2010, riconfermata nel 2014. Liberista, anti-tasse e anti-aborto, favorevole alla linea dura sull’immigrazione ma con qualche apertura. Sale alla ribalta nel 2015 quando, dopo la sparatoria di Charleston, vieta l’esposizione pubblica della bandiera confederata, simbolo adottato dai suprematisti bianchi. Haley diventa a tutti gli effetti la star dei repubblicani quando viene scelta nel 2016 per tenere il discorso sullo Stato dell’Unione in risposta a quello di Barack Obama. Di Trump, durante le primarie di quell’anno, diceva: «Chi non sconfessa il Ku Klux Klan non può essere il nostro candidato». Per questo viene individuata come l’unica figura in grado di ammorbidire le linee dure di Trump senza però perdere il suo appoggio. Infine, il 23 novembre 2016, il Senato, con 96 voti a favore e 4 contro, la nomina  come ambasciatrice di Stato all’Onu.

Incassi e crediti da capogiro –  Stando al sito FederalPay.org, dalla carriera diplomatica Haley guadagnava 185 mila dollari l’anno, 20mila in meno della paga percepita come governatore. Aggiunti ai ricavi della sua autobiografia del 2012 Can’t Is Not an Option: My American Story e al patrimonio del marito, il suo conto in banca dovrebbe superare il milione e mezzo di dollari. Sorprendono però i dati pubblicati da Money che, basandosi sui documenti di trasparenza finanziaria della Haley, individua una cifra compresa tra i 525 mila e il milione di dollari spesi a credito dall’ex governatice. Tanti certo, ma non tantissimi se si pensa che la tariffa richiesta per la sua presenza a un convegno si assesta sui 200mila dollari, pari ai compensi di Hillary Clinton fino al 2016. Si dice che proprio la ricerca di denaro con cui ripagare i debiti correnti possa essere stato uno dei fattori che hanno portato alle dimissioni dall’Onu, ma le voci sono state prontamente smentite dai portavoce dell’ex governatrice. Intanto, altre polemiche. Un giorno prima di lasciare l’incarico alle Nazioni Unite, la Crew (Citizens for Responsibility and Ethics in Washington) ha aperto un’inchiesta per possibile violazione di principi etici da parte della Haley per la richiesta di rimborso di 22mila dollari spesi in voli su jet privati.