Siamo all’Hotel Westminster di Nizza, uno dei più importanti della capitale della Costa Azzurra. Qui, nella sala “President” (nome scelto con cura) da più 10 anni il Front National locale si riunisce per vedere il risultato delle elezioni. Alle 20.00 in punto il maxischermo mostra il primo risultato parziale: Macron 23%, Le Pen 22%. Saranno loro a sfidarsi al ballottaggio. L’urlo «Marine President» risuona per tutta la sala. L’eco è forte perché la metà della sedie sono vuote. A riempirle ci sono persone di tutte le età e fasce sociali: da Vincent e Marie due agricoltori di fragole e formaggio nella Plan de Grasse poco più a nord di Nizza, a Benjamin, trans in un locale a luci rosse, fino al corso Garcia, fiero isolano e allo stesso tempo nazionalista. Tutti sono accomunati dall’odio verso la globalizzazione e i vecchi partiti. Tutti cantano in coro la Marsigliese, l’inno nazionale francese. Lo fanno per ben due volte. Dopo aver saputo il risultato e dopo il discorso di Marine Le Pen.

Fillon – Qui il vero nemico del Front non è Melanchon né Macron, ma Fillon. Il candidato de Les Republican è arrivato primo a Nizza con il 26,10% contro il 25,28% di Marine Le Pen. È lei la più votata nella periferia della città e nei paesini dell’hinterland ma da sempre il partito di Fillon è il primo in città. Ed è proprio agli elettori delusi della destra che si rivolge Oliver Bettati, ora consigliere regionale del FN: «Macron è la continuità di Hollande, votiamo Le Pen per cambiare questo Paese».

“On va a gagner” – Il pubblico risponde: «On va a gagner»”, si va a vincere. «Lo spero» – dice sottovoce in fondo alla sala Dimitri, bodyguard di origine russa che si occupa della sicurezza degli eventi del Front National nizzardo – «Ma non succederà. Tutti gli altri partiti si coalizzeranno per avere qualcosa in cambio. Soprattutto a livello locale. Ma noi ce ne freghiamo e da domani ricominciamo a girare per le strade della città».

Fronte GiovanileBryan Masson, 20 anni studente di Lettere a Nizza è il responsabile della gioventù del Front National: «I giovani devono votare Marine le Pen perché lei è l’unica candidata che crede nel patriottismo, nell’amore per la Francia, sono questi i valori per cui devono combattere i miei coetanei. So che sembra impossibile vincere, ma l’energia di questa sera ci dice che la Francia è dalla nostra parte, le promesse di Macron sono solo parole, gesti ma tutto fumo. Marine ha un programma serio di patriottismo economico».

Gadget – Sono tanti i ragazzi di origine italiana come Mattia Fresi che ha il nonno di Massa Carrara. Mattia è nato a Nizza e studia legge a Marsiglia. È lui a mostrarci il banchetto con i gadget della campagna elettorale. Ci sono le tazze con lo slogan di Marine Le Pen «Au nom du people», «In nome de popolo», così come il cappello monocolore stile Trump. Al posto di «Make America Great Again» su sfondo rosso, c’è “Fiero di essere francese”. Il pezzo forte è il cuscino blu con la scritta «Keep Calm and vote Marine». Già, Marine. La candidata del Front National preferisce evitare l’uso del cognome ogni volta che può. Lo stesso dello scomodo padre Jean Marie, espulso dal partito nel 2015 per le sue frasi sull’Olocausto. Il segno della trasformazione del Fn in partito «normale» è stampato sugli accendini. C’è sempre la fiamma tricolore mutuata dal simbolo del Movimento Sociale Italiano, ma le fiamme sono più stilizzate.

Lega National – A vedere i risultati del Front National a Nizza c’è anche un italiano. È il varesino Max Ferrini, già direttore di Telepadania e ora responsabile esteri per la Lega Lombarda: «Sono venuto qui perché da sempre abbiamo un rapporto speciale con gli amici Front National di Nizza e della Costa Azzurra. Gli italiani e i franco-italiani sono i sostenitori più accaniti di Marine Le Pen».