intercettazioniVideocamere spia nelle lattine di coca cola, nei mattoni o nei seggiolini dei bambini per le auto. Sarebbero alcuni dei sistemi di intercettazione, simili a quelli utilizzati dalla agenzia di spionaggio Usa, la Nsa, e venduti da 338 aziende private a 35 Paesi sparsi nel mondo, tra cui Libia e Bahrain. A rivelarlo è il quotidiano britannico Guardian, con la pubblicazione di un rapporto della Ong “Privacy International“.

L’elenco delle compagnie, pubblicato dalla Ong, dopo 4 anni di lavoro, oltre ad aziende in Usa, Gran Bretagna e Israele, include anche un’azienda italiana, la “Hacking Team”, fondata nel 2003 e basata a Milano. I suoi “prodotti” sono stati “localizzati in Marocco”, riferisce il rapporto, che sottolinea come “la normativa italiana per l’esportazione non regola nello specifico queste tecnologie, che quindi possono finire facilmente nelle mani sbagliate”. La ditta italiana “afferma di poter fornire sistemi di intercettazione per i cellulari come iPhone, Blackberry e quelli basati su Windows o Symbian”.

Le 338 aziende, tra le quali 77 basate in Gran Bretagna, metterebbero sul mercato potenti tecnologie “generalmente associate con la National Security Agency (Nsa) e la sua controparte britannica, Government Communications Headquarters (Gchq). Un mercato, che secondo il Guardian, è fonte di “crescente preoccupazione tra le associazioni per i diritti umani”.

Le compagnie si difendono affermando che si tratta di tecnologie usate per aiutare i governi in Asia, Africa e Medio Oriente a combattere il terrorismo e il crimine. Tra i vari documenti scoperti, anche quelli relativi a “Cerebro”, un sistema di intercettazione delle fibre ottiche su cui viaggiano le reti web simile al “Tempora” utilizzato dal Gchq, messo sul mercato da una azienda di Dubai, la Advanced Middle East Systems (Ames).

Stefania Cicco