È solo un piccolissimo spiraglio di apertura al dialogo, ma è comunque un passo avanti da parte degli Stati Uniti nella difficile diplomazia con la Corea del Nord. In un’intervista rilasciata al Washington Post a bordo dell’Air Force Two di ritorno dai giochi olimpici invernali di Peyongchang, dove gli atleti delle due Coree stanno gareggiando insieme, il vicepresidente americano Mike Pence ha dichiarato che nei due incontri avvenuti con il presidente sudcoreano Moon Jae-in sono state concordate le modalità di azione nei confronti del regime del Nord. Un impegno che sarà portato avanti in prima linea dal governo sudcoreano, e solo in seconda battuta dagli Stati Uniti. Pence ha quindi affermato che il governo americano sarà disposto a dialogare con Kim, mantenendo però sempre invariata la pressione su di loro fino a che non saranno chiare le intenzioni della Corea di avviare un processo di denuclearizzazione. Una decisione riassunta dal vicepresidente con l’espressione “maximum pressure and engagement at the same time” (massima pressione e impegno allo stesso tempo).
Una rottura diplomatica – La buona notizia è che questa apertura potrebbe sfociare in colloqui diretti e senza precondizioni tra Kim Jong-un e la Casa Bianca, un notevole passo avanti rispetto alla politica americana precedente, basata sull’esercizio di forti pressioni e che contemplava il dialogo diretto tra i due Paesi solo dal momento in cui la Corea avesse compiuto dei passi indietro. Ora, le pressioni da parte degli Stati Uniti continueranno, anzi, si intensificheranno ma, ha dichiarato Pence, «if you want to talk, we’ll talk».
Tensioni alle olimpiadi – Inoltre, proprio in occasione dell’avvio dei giochi olimpici invernali 2018 in Corea del Sud, la tensione tra i due Paesi era salita alle stelle a causa della freddezza manifestata proprio da Mike Pence nei confronti della delegazione nordcoreana, guidata dalla sorella di Kim Jong-un, Kim Yo-jong. Il vicepresidente Usa, infatti, aveva evitato un confronto diretto con il capo della delegazione Kim Jong-nam, disertando addirittura la cena in cui avrebbe dovuto sedersi allo stesso tavolo del presidente sudcoreano e dello stesso Kim.
Incontri con la Corea del Sud – Gli incontri importanti tra Pence e Moon Jae-in sono stati due, nel corso dei quali, a un certo punto, un significativo passo in avanti. Restando quotidianamente in contatto telefonico con Donald Trump, il vicepresidente Usa è arrivato a fidarsi del leader sudcoreano al punto da consentire a Seoul di avviare il processo diplomatico cui gli Stati Uniti potranno prendere parte.
Tillerson frena – Ma il Segretario di Stato americano Rex Tillerson ha fatto subito un passo indietro, affermando che «A proposito delle affermazioni del vice presidente Mike Pence sulla possibilità di discussioni e sul fatto che si possa trattare dell’inizio di un processo diplomatico, penso sia troppo presto per giudicare. Tocca ai nordcoreani decidere quando saranno pronti a intavolare una discussione con noi in modo sincero». E ha proseguito:«Sanno quali sono le condizioni necessarie per i negoziati. Penso sia importante che abbiamo discussioni che precedano qualsiasi negoziato formale, per determinare se le parti sono pronte a impegnarsi in qualsiasi cosa di significativo».