Si aggravano le tensioni tra Nazioni Unite e Israele in Libano. Nella notte del 20 ottobre le forze dell’esercito israeliano (Idf) hanno demolito una torre di osservazione della missione Onu Unifil a Marwahin, nel Libano meridionale. A riportarlo sono i canali social dello stesso contingente. Il quale ha parlato di un “attacco deliberato” e quindi di una “violazione del diritto internazionale”. L’attacco alla base delle Nazioni Unite si inserisce nel contesto di una serie di raid lanciati dall’esercito israeliano in territorio libanese, che hanno interessato l’area limitrofa alla città di Beirut nel tentativo di smantellare le milizie del gruppo paramilitare Hezbollah.
La missione Onu – Unifil, acronimo di “United Nations Interim Force in Lebanon” – Forze di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite – è uno dei contingenti più longevi delle Nazioni Unite. Dal 1978 svolge la missione di garantire la pace e la sicurezza sulla Blue Line, la lingua di territorio contesa tra Libano e Israele. Il contingente raggruppa oltre 10mila soldati da 50 paesi, con un contributo italiano di 1200 unità. Quelli del 20 ottobre non sono i primi attacchi che il contingente Onu subisce da parte dell’Idf. Lo scorso 10 ottobre Israele aveva attaccato la base lungo la Blue Line, sparando contro l’ingresso di una sede della missione a Naqura. Nei giorni successivi, un carro armato israeliano aveva sparato contro una torretta di osservazione tra Naqura e la città di Tiro, ferendo due soldati di nazionalità indonesiana, di cui uno in maniera grave.
La condanna della comunità internazionale – Ai primi attacchi alla base Onu è seguito il biasimo dei capi di governo di Italia, Francia e Spagna, che in una dichiarazione congiunta hanno definito “ingiustificabili” gli attacchi israeliani e richiesto un cessate il fuoco immediato. Israele rifiuta però di riconoscere l’intenzionalità degli attacchi contro il contingente di pace, giustificandoli con le ripetute richieste da parte dell’Idf di allontanarsi dall’area. Non è infatti tardata la risposta del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che in un video postato su X ha affermato: “L’accusa che Israele abbia deliberatamente attaccato il personale dell’Unifil è completamente falsa. Israele ha ripetutamente chiesto di lasciare temporaneamente la zona di combattimento, che è proprio accanto al confine di Israele con il Libano”. Lapidaria la replica del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che oggi inizia il suo viaggio in Israele e Palestina: “Ogni attacco ai soldati della missione deve essere considerato come una grave violazione del diritto internazionale“.
La nota Unifil: “Israele viola diritto umanitario” – Unifil ha mantenuto la propria posizione, ribadendo la volontà di mantenere la funzione di controllo e segnalazione nell’area. A seguito degli attacchi della scorsa notte, il contingente ha emanato un comunicato che condanna le azioni israeliane: “Ancora una volta, ricordiamo all’Idf e a tutti gli attori i loro obblighi di garantire la sicurezza del personale e delle proprietà delle Nazioni Unite e di rispettare l’inviolabilità delle sedi Onu in ogni momento. Ancora una volta, notiamo che violare una posizione delle Nazioni Unite e danneggiare i beni dell’Onu è una flagrante violazione del diritto internazionale e della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza. Inoltre, mette in pericolo la sicurezza e l’incolumità delle nostre forze di pace, in violazione del diritto umanitario internazionale”, si legge nella nota.