Obama durante il discorso alla nazione dopo l'attentato di Boston

“Troveremo chi ha fatto questo. Scopriremo perchè ha fatto questo”. È la promessa del presidente degli Stati Uniti dopo l’attentato alla maratona di Boston, costato centinaia di feriti e la vita di tre persone. “Ogni individuo responsabile, ogni gruppo responsabile, sentirà il peso della giustizia”. Barack Obama ha parlato alla nazione per tre minuti soltanto, assicurando di aver mobilitato tutte le risorse. Ma non ha parlato di “terrorismo”, mettendo in guardia da “conclusioni affrettate” che paiono circolare anche nei corridoi della Casa Bianca. “Tutti gli americani sono al fianco della gente di Boston, oggi non ci sono democratici o repubblicani”, ha concluso, “io e Michelle ci uniamo a tutta l’America nel piangere le vittime di Boston”. Anche i leader del mondo si sono uniti al coro. Papa Francesco ha espresso “profondo dolore per la tragedia senza senso”, inviando un messaggio all’arcivescovo di Boston O’Malley. Il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon ha parlato di atto “orribile, che ha preso di mira un evento che unisce la gente”. Dal Cremlino Vladimir Putin ha inviato le proprie condoglianze: “la Russia è pronta a prestare assistenza alle indagini sull’attentato di Boston”, ha scritto, proponendo un “un coordinamento attivo degli sforzi” alla lotta al terrorismo. “Ho seguito con orrore le notizie degli attentati a Boston”, ha detto la cancelliera Angela Merkel, esprimendo “ferma condanna” per il gesto e vicinanza alle vittime. Lo stesso ha fatto il nostro premier ancora in carica, Mario Monti, e Giorgio Napolitano ha aggiunto: “Nessun atto di violenza ci impedirà di tenere fede ai nostri valori e alla nostra fiducia nella libertà, nella democrazia e nello stato di diritto”. Condanna gli attentati anche l’Iran di Ahmadinejad, sottolineando che “nessuno, in nessuna circostanza, deve sostenere terrorismo e estremismo, sia negli Stati Uniti che in Medio Oriente”. Dall’Egitto, il numero due del partito dei Fratelli musulmani Essam el Eryan giudica l’attenato “una sorta di riproduzione di quanto avvenuto in passato, le cui ripercussioni sui musulmani e sull’Islam non si verificheranno di nuovo”, ma aggiunge un messaggio poco rassicurante: “Anche se condividiamo il dolore degli americani bisogna leggere bene fra le righe: chi potrebbe non essere soddisfatto delle riforme democratiche malgrado le difficoltà della transizione?”. In Inghilterra fanno sapere che le bombe non li spaventano, nè fermeranno la maratona di Londra prevista per domenica. Il sottosegretario allo Sport, Hugh Robertson, si è detto “assolutamente sicuro” dell'”enorme esperienza” delle forze dell’ordine britanniche in fatto di sicurezza: “Il modo migliore per dimostrare solidarietà a Boston è andare avanti, senza rinunciare all’evento”, ha dichiarato. E alla corsa prenderà parte anche il principino Harry. Eva Alberti