Barack Obama giura accanto alla moglie Michelle

«Voglio guardare ancora una volta». Un ultimo sguardo, tra gli applausi di migliaia di persone. Prima di lasciare il Campidoglio, un emozionato Barack Obama si volta a guardare la sua gente, giunta a Washington per assistere, lunedì 21 gennaio, all’inaugurazione del suo secondo mandato presidenziale. «Una cosa così non la rivedrò mai più». La battuta non sfugge ai media statunitensi, che leggono il labiale e lo diffondono, mentre già circola la foto simbolo della cerimonia: Michelle, sorridente, guarda orgogliosa il marito, porgendogli le due Bibbie del popolo americano. Abramo Lincoln e Martin Luther King: è davanti a loro, al loro esempio di libertà e uguaglianza, che Obama presta giuramento come 44esimo presidente degli Stati Uniti. Poi cita King: «La nostra libertà individuale è inestricabilmente legata alla libertà di ogni essere sulla terra».

Fil rouge della giornata è proprio il tema dell’uguaglianza, in nome di una programma che promuove e porta avanti i valori tradizionali della sinistra americana: inclusione di tutti nella crescita economica, forte stato sociale, impegno in difesa dei diritti di gay, immigrati e ambiente. «Il nostro lavoro non sarà completo finché i nostri fratelli e le nostre sorelle gay non saranno trattati come chiunque altro in base alla legge», perché, ribadisce il presidente, «noi tutti uomini siamo creati uguali». Poi parla di colore della pelle, di origine dei nomi, descrivendo il suo Paese come la terra delle opportunità. Per farlo, usa il plurale: We The People, come recita la Costituzione. «Noi, il popolo, capiamo che il nostro Paese non ha successo se il successo è riservato a pochi. Rigetto la tesi secondo cui l’America deve scegliere tra il benessere degli anziani e il futuro dei giovani».

Il messaggio del leader democratico, insomma, è diverso da quello di quattro anni fa: più incisivo, più radicale, più progressista. Diverso, in fondo, è lo stesso Obama: più consapevole, più concreto, più disincantato. Ai grandi progetti per il futuro, il presidente ha sostituito il pragmatismo di chi è pronto a rimboccarsi le maniche per rimettere in piedi un’economia ancora troppo debole: «La crisi economica ha messo a dura prova la resistenza dell’economia americana. La ripresa economica ormai è cominciata. Ma ne trarremo beneficio solo quando tutti staranno meglio».

Giulia Carrarini