L’Olanda volta pagina e vira a destra. Il Partito per la Libertà di Gert Wilders ha vinto le elezioni parlamentari di mercoledì 22 novembre con il 23,7% dei voti, che garantiscono al partito di estrema destra almeno 37 seggi dei 150 al Parlamento e la priorità nella formazione di un nuovo governo. La vittoria netta alle urne non garantisce a Wilders, però, di diventare primo ministro. Per formare il nuovo governo bisognerà raggiungere almeno 76 seggi e, quindi, sarà necessario trovare un’intesa tra più partiti, finora molto lontana. I dati dell’istituto Ipsos attestano che l’affluenza alle elezioni si è fermata al 77,7%, dato in calo rispetto al 78,8% registrato in occasione della tornata del 2021. Con quasi 10 punti percentuali di distacco, la lista dei Laburisti-Verdi dell’ex vicepresidente della Commisisone Ue Frans Timmermans ha ottenuto il 15,6% dei voti con 25 seggi in Parlamento. Quasi un testa a testa con i liberali di destra del premier uscente (che ha governato in modo incontrastato per 13 anni) Mark Rutte, che si fermano al 15,2% e 24 seggi.

FONTE: ANSA

Contro immigrazione, Islam e Europa- «Restituiremo l’Olanda agli olandesi. Fermeremo lo tsunami della migrazione», ha dichiarato poco dopo i primi exit poll Wilders, aggiungendo: «Non possiamo più essere ignorati, governeremo». Quella del leader del Pvv è una tra le linee politiche più radicali in Europa, soprattutto in tema di immigrazione, punto cardine della sua campagna elettorale. «Dobbiamo dirlo: qui non si può entrare!», aveva dichiarato in uno degli ultimi dibattiti televisivi, in cui aveva ribadito «frontiere chiuse e zero richiedenti asilo». Il partito di estrema destra, di fatto, ha cavalcato l’insoddisfazione degli olandesi nei confronti del precedente governo, crollato proprio sui disaccordi sulla gestione dell’immigrazione nel Paese. Non è l’unico punto del programma su cui Wilders non intende ritrattare, almeno per ora. Considerato islamofobo per le sue posizioni riguardo la messa al bando del Corano e la chiusura delle moschee del Paese. Lo ha detto lui stesso: «I Paesi Bassi non sono un Paese islamico. Niente scuole, Corano e moschee», dichiarazioni per le quali si è guadagnato una scorta personale. Non è tutto. Wilders si è reso promotore di un referendum simile a quello tenuto in Gran Bretagna per la Brexit, per arrivare all’uscita dell’Olanda dall’Unione Europea. Il leader di estrema destra, in contrasto con l’Ue, sostiene una politica più nazionalista su temi tra cui il commercio globale, la cooperazione in materia di difesa e l’autonomia strategica.

Le reazioni- Sono arrivati in modo immediato i commenti da parte dei leader di estrema destra di tutta Europa. Il leader della Lega Metteo Salvini su X ha commentato: «Una nuova Europa è possibile». Sempre Salvini ha dichiarato: «In Olanda bocciate le politiche Ue, un segnale da non ignorare. Anni di propaganda e narrazione Ue, quando devono fare i conti con la realtà, vengono spazzati via dal voto dagli elettori». «I venti del cambiamento sono qui! Congratulazioni a Geert Wilders per aver vinto le elezioni olandesi», ha scritto invece il primo ministro ungherese Viktor Orbán, subito dopo la pubblicazione degli exit poll. «Congratulazioni a Geert Wilders e al Pvv per la loro spettacolare performance alle elezioni legislative che conferma il crescente attaccamento alla difesa delle identità nazionali» ha detto, invece, Marine Le Pen, leader del Rassemblement National. È arrivato anche il commento del segretario generale del Partito della libertà austriaco al Parlamento europeo, Harald Vilimsky, che ha esultato: «Bravo, Geert!!!!! Sono orgoglioso dei miei amici politici e della nostra alleanza».

Europa che cambia volto- La possibilità di vedere Wilders come primo ministro in Olanda potrebbe generare timori a Bruxelles, dato che i Paesi Bassi sono uno dei membri fondatori dell’Unione e la sua vittoria, assieme a quella degli altri esponenti di estrema destra a vertice di Paesi europei, rappresenterebbe una significativa svolta politica nella composizione del membri del Parlamento europeo, a sette mesi dalle elezioni del 2024.