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La capitale della Corea del Nord, Pyongyang, con i ritratti dei due leader: Kim Jong Un e il padre Kim Jong Il

La Corea del Nord corre ai ripari. Delegazioni diplomatiche di alto livello sono state inviate in Malesia e Cina ufficialmente per questioni “umanitarie”, ma dietro le missioni diplomatiche potrebbero esserci forti interessi economici messi a rischio dall’omicidio di Kim Jong-Nam, il fratellastro del dittatore sud coreano Kim Jong-Un. Il rischio, dopo lo strano omicidio che ha scosso il sud est asiatico, è che il Governo di Pyongyang soffra un drastico abbassamento del Pil e la perdita di 300mila posti di lavoro.

This file photo taken 19 August 1981 in Pyongyang and recently released shows North Korean leader Kim Jong-Il (L) sitting with his son, Jong-Nam (R). A man believed to the the eldest son of Kim Jong-Il, Kim Jong-Nam, was seized by Japanese immigration officials at Tokyo's Narita international airport, news reports said 03 May 2001. The younger Kim, now said to be 30-years-old, was stopped with a false passport believed to be issued by a country in either Central or South America. (KOREA OUT) ANSA/cyk/rab

Una foto del 1981 con Kim Jong-Nam e il padre Kim Jong Il

La ricostruzione -Kim Jong-Nam, figlio del precedente leader nordcoreano Kim Jong-il e della seconda moglie Song Hye-rim, è stato ucciso il 13 febbraio all’aeroporto di Kuala Lumpur, in Malesia. La morte è avvenuta dopo che una donna aveva spruzzato del gas nervino sul volto del rampollo, mentre una complice lo distraeva. Si chiamano Siti Aisyah e Doan Thi Huong e hanno probabilmente 27 e 28 anni. La prima è indonesiana e si sarebbe trasferita in Malesia alla ricerca di condizioni di vita migliori. La seconda viene dal Vietnam e di lei per ora non si conoscono altri dettagli.

I colpevoli- Quello che colpisce è la difesa di entrambe. Alle autorità malesi che le hanno fermate hanno dichiarato di essere convinte di partecipare a un reality show e a uno scherzo. In effetti, tutto è avvenuto sotto le telecamere di sorveglianza, sia quelle dell’aeroporto che quelle degli alberghi dove le donne hanno soggiornato nei giorni precedenti. Dalle registrazioni si capisce che l’omicidio è stato preparato e provato almeno una volta e che appena dopo l’attacco a Kim Jon-Nam, le due donne hanno lasciato l’aeroporto in taxi. Una ricostruzione de Il Corriere della Sera lascia presumere che il fine dell’operazione fosse ben chiaro a tutti gli agenti. Le colpevoli sarebbero state reclutate da un misterioso Mr X, che farebbe parte del Rgb (Reconaissance general bureau), i servizi segreti nordcoreani. Una rete che si sviluppa nelle regioni asiatiche grazie alla copertura di ristoranti e piccole aziende tessili. Oltre a Siti Aisyah e Doan Thi Huong, che se riconosciute colpevoli rischiano la pena di morte, ci sarebbero almeno otto uomini nordcoreani implicati, dei quali l’identità non è ancora certa. E’ stato però arrestato Ring Jong Lama, un laureato in chimica, che avrebbe partecipato alla modifica del gas per renderlo letale.

La vittima – Kim Jong-Nam viveva a Macao, l’isola ex colonia portoghese e oggi votata al gioco d’azzardo, sotto la protezione dei servizi segreti cinesi. Non si occupava attivamente di politica, ma era un assiduo frequentatore del casinò. Sospetti mai confermati ipotizzavano che Pechino volesse sostituire Kim Jong-Un con il fratellastro, probabilmente nel tentativo di mettere fine alle incessanti minacce di attacchi nucleari da parte di Pyongyang, l’ultima delle quali arrivata il giorno precedente all’omicidio.

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L’interno dell’areoporto di Kuala Lumpur

Relazioni diplomatiche – Con un omicidio da spy story di serie B, che non si sono preoccupati di celare alle telecamere, i servizi segreti nordcoreani hanno creato intoppi nelle relazioni con i due maggiori partner commerciali del Paese. La Malesia, ad esempio, fornisce rapporti economici tali da aver ottenuto che i propri cittadini potessero visitare la Corea del Nord senza necessità di ottenere il visto. Con la Cina poi Pyongyang intrattiene il 90 per cento dell’interscambio con l’estero, del quale il 40 per cento è costituito dal carbone. Relazioni così importanti che a Kuala Lumpur è arrivato Ri Tong-il, viceambasciatore nordcoreano alle Nazioni Unite. La motivazione ufficiale è quella di risolvere «questioni umanitarie» a seguito della morte di un generico «concittadino». Quella ufficiosa è ristabilire il commercio. Lo stesso discorso vale per la Cina, dove arriverà viceministro degli Esteri Ri Kil-song. La speranza è ripristinare le esportazioni di carbone che Pechino ha interrotto dopo l’ultima risoluzione Onu.