L’ingresso in tribunale di Claudia e Paolo, genitori di Giulio Regeni, 29 aprile 2021 (Ansa/Massimo Percossi).

Si apre oggi, 29 aprile, a Roma il processo a Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Usham Helmi e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, i quattro funzionari dell’intelligence egiziana iscritti nel registro degli indagati dal pm Sergio Colaiocco il 4 dicembre 2018. L’accusa è di aver sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni, scomparso al Cairo il 25 gennaio 2016. Le prove emerse dalle indagini della Procura di Roma determineranno le responsabilità degli imputati e del governo del Paese in cui il ricercatore friulano stava conducendo la tesi di dottorato sul movimento sindacale locale. Cinque anni di inchiesta complessa, anche a causa dei numerosi tentativi di depistaggio da parte delle autorità egiziane, prima con l’ipotesi dell’incidente stradale, poi della rapina finita male. A tutto questo si aggiunge un video, “The Story of Regeni”, pubblicato in rete ieri che prova a gettare discredito sul ricercatore e sulle attività a cui si stava dedicando.

Il documentario – Un canale YouTube e una pagina Facebook creati il 22 aprile dove, qualche giorno dopo, vengono pubblicati i due trailer in arabo, con sottotitoli in italiano e inglese, del “primo documentario che ricostruisce i movimenti strani di Giulio Regeni al Cairo”. Così recitano i messaggi ideati per promuovere sui social il filmato alla vigilia dell’udienza preliminare che apre il processo ai quattro presunti assassini del ricercatore. Cinquanta minuti di video dai toni cospirazionisti che sostiene l’innocenza del Governo egiziano, scredita il ricercatore e mette in dubbio la validità delle indagini della Procura di Roma, accusata di non aver collaborato con gli investigatori locali. Centrale la tesi che vedrebbe Regeni affiliato all’Associazione dei Fratelli Musulmani, gruppo politico radicale islamico messo al bando dal presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi con l’accusa di terrorismo. Nel filmato si alternano momenti di narrazione cinematografica e interviste tagliate in modo da suggerire in modo più o meno esplicito l’idea di una complicità di Regeni con i Fratelli e del suo operare contro il governo. Tra questi, il giornalista Fulvio Grimaldi, Mohamed Abdallah, l’ambulante che aveva denunciato Regeni alle autorità egiziane, e Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia ed ex ministro delle Comunicazioni.

Le reazioni – In una nota il Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni Erasmo Palazzotto ha commentato così l’uscita del video “The Story of Regeni”: «Alla vigilia dell’udienza preliminare del processo per i quattro 007 egiziani imputati dell’uccisione di Giulio Regeni spunta un vergognoso documentario, di produzione ignota, che infanga ancora una volta la memoria di Giulio. L’ennesimo inaccettabile tentativo di depistaggio. È molto grave che esponenti italiani, politici e militari, si siano prestati a questa operazione ignobile. È grave che Gasparri abbia gettato discredito non solo su Giulio Regeni ma sul suo stesso Paese giustificando di fatto gli oltraggi ricevuti dai nostri magistrati da parte egiziana. La Commissione che presiedo non tralascerà alcun dettaglio e cercherà di fare luce su ogni zona d’ombra di questa vicenda. Ma alimentare la cultura del sospetto, continuando a fare allusioni su Cambridge senza alcuna evidenza, contribuisce a distogliere l’attenzione dal Cairo dove Giulio Regeni è stato ucciso e dove ancora oggi si trovano impuniti i suoi torturatori e i suoi assassini».