Da San Paolo a Rio de Janeiro passando per Brasilia, le proteste contro il presidente Jair Bolsonaro hanno caratterizzato l’ultimo weekend di maggio nelle principali città del Paese sudamericano. Il ritardo della campagna vaccinale e le scelte inadeguate del Presidente negazionista, con oltre 460 mila vittime e più di 16 milioni di conrtagiati, hanno spinto migliaia di persone ad occupare le piazze di 200 città in quella che gli osservatori considerano la più grande manifestazione che il Brasile abbia mai visto dall’inizio della pandemia.
Le proteste – La mobilitazione è stata organizzata da partiti di opposizione, movimenti sociali, organizzazioni sindacali e gruppi studenteschi. «Dobbiamo fermare questo governo. Quando è troppo è troppo» ha detto all’AFP (Agence France-Presse) uno dei dimostranti, convinto che Bolsonaro «non si rende conto del disastro che sta provocando». «Uno psicopatico nel migliore dei casi, un assassino nel peggiore» o «Fuori Bolsovirus»: questi alcuni degli slogan che hanno animato i cortei. Secondo il quotidiano O Globo, le proteste sono state pacifiche quasi ovunque. La CNN ha affermato che molti manifestanti non sembravano rispettare le pratiche del distanziamento sociale ma la maggior parte avrebbe indossato le mascherine. Solo a Pernambuco, capoluogo dello Stato di Recife, ci sono stati scontri con la polizia, che ha usato proiettili di gomma contro i manifestanti e gas lacrimogeni e spray al peperoncino per disperdere le folle. La vice governatrice di Pernambuco, Luciana Santos, ha dichiarato di non aver dato l’ordine di allontanare i manifestanti e ha annunciato l’avvio di un’indagine sulle strategie della polizia. A Rio de Janeiro, dove sono scese in piazza oltre 10.000 persone, è stato omaggiato l’ex presidente Lula, che potrebbe sfidare Bolsonaro alle prossime elezioni previste per ottobre 2022. Il presidente brasiliano non sembra mostrare alcun ripensamento e solo pochi giorni fa, dopo aver partecipato a un corteo in moto senza mascherina il 23 maggio scorso, ha ammesso di aver utilizzato nuovamente l’idrossiclorochina “per precauzione” dopo aver avvertito sintomi riconducibili al coronavirus. Intanto il Senato del Brasile ha avviato il 13 aprile un’indagine sulla gestione della pandemia da parte di Bolsonaro .
I numeri – Al momento in Brasile è stato vaccinato con una dose poco più del 21% della popolazione e con due dosi solo 19 milioni di persone, meno del 10% dei 210 milioni di abitanti. Un ritardo che si riflette anche sui numeri del bollettino degli ultimi giorni. Secondo i dati della Johns Hopkins University, il gigante latinoamericano è il terzo al mondo per numero di contagi registrati finora: oltre 16 milioni. Solo l’India e gli Stati Uniti hanno fatto peggio. In Brasile anche il numero totale dei decessi rimane altissimo: sono state 461 mila le vittime della pandemia. In questa drammatica classifica solamente gli Usa hanno fatto registrare più morti, oltre 594 mila.