È stata la prima visita di Papa Francesco in Bahrein. Alla conclusione del viaggio, come sempre, il pontefice ha rilasciato un’intervista ai giornalisti. Francesco ha ribadito la sua condanna nei confronti di tutti i conflitti, ma soprattutto di quello ucraino, per cui continua a chiedere una fine. Forti e discusse le sue parole sui migranti e l’appoggio al governo italiano nei confronti di un’Europa che non sta facendo abbastanza.

Ucraina – L’unico discorso “a braccio” della trasferta del Santo Padre è stato quello relativo all’Ucraina. Francesco ci ha tenuto a ribadire che lo Stato pontificio «lavora bene, si muove bene» per cercare una via al dialogo. Il Papa ricorda gli impegni della Santa Sede per fermare la guerra: dall’incontro con l’ambasciatore russo, definito «un brav’uomo, un umanista», passando per le telefonate al presidente ucraino Zelensky, fino alla mediazione per la liberazione di prigionieri. Nella sua conferenza in aereo Francesco ricorda la sua vicinanza sia al popolo russo, «La crudeltà non è del popolo russo, ma è dei mercenari», sia a quello di Kiev, «un prete ucraino mi ha insegnato a servire la messa nella sua lingua da bambino».

Contro tutti i conflitti – Papa Francesco durante i suoi quattro giorni di visita in Bahrein ha criticato tutti i conflitti armati nel mondo definendoli «una realtà mostruosa e insensata». L’accusa del Pontefice è agli “imperi”, che quando si indeboliscono hanno bisogno di fare una guerra per ritrovare energie, e alla lobby delle armi.
Nella critica rientrano tutti i conflitti, dallo Yemen, passando per quello ucraino, senza dimenticare la tragedia siriana ed etiope. Il pensiero di Papa Bergoglio è soprattutto diretto ai giovani che soffrono o che hanno perso la vita a causa della guerra: mentre parla ai giornalisti dall’aereo di ritorno, lo stesso pontefice si è commosso ripensando alla sua visita al cimitero di Redipuglia pensando proprio alle vittime più giovani. «Dovete essere pacifisti e lottare contro tutti i conflitti», ha detto poi il Papa agli stessi giornalisti.

Industria bellica – Il grido di condanna più forte che lancia il Papa dal suo aereo è contro l’industria bellica, definita «la più grande calamità che c’è nel mondo». Secondo il report di Oxfam, citato dal pontefice, se si impiegassero i soldi destinati alle spese militari per contrastare la fame nel mondo in 26 ore si salverebbero 34 milioni di persone. Francesco trova impensabile che molti stati che non rinunciano alle armi abbiano bambini che soffrono di fame.
La critica all’industria bellica è una stoccata diretta anche all’Occidente in quanto le più grandi fabbriche di armamenti sono in USA e Gran Bretagna.

Visita in Bahrein – Le dichiarazioni di Francesco fanno da cornice alla sua prima storica visita in Bahrein. Nel suo viaggio di quattro giorni il Papa, oltre a incontrare i fedeli, ha incontrato le più alte cariche dello stato del Golfo: il Grande Imam di Al-Azhar Al Tayyebb, la famiglia reale dei Khalifa e il Consiglio degli anziani. La nazione a maggioranza sciita viene continuamente accusata della violazione dei diritti umani. Alla vigilia del suo viaggio, Francesco ha ricevuto l’appello congiunto di Amnesty International e dei dissidenti arabi per chiedere di affrontare la questione umanitaria. Tra l’altro, come riporta Al Jazeera, ci sono state delle proteste per i diritti umani, velocemente represse dalla polizia, anche durante la visita episcopale.
Durante il volo di ritorno Papa Bergoglio ha descritto il suo viaggio in Bahrein come un “viaggio d’incontro” con la finalità di avviare un dialogo interreligioso. Più veloce invece la dichiarazione riguardo le violazioni di diritti umani: il Papa ha solo riferito che il Re gli ha garantito il rispetto delle libertà di tutti i cittadini.