Il secondo giorno di papa Francesco in Africa è iniziato con un incontro ecumenico e interreligioso a Nairobi. Di fronte a un pubblico composto da esponenti di diverse confessioni religiose, il Pontefice ha sottolineato che il dialogo tra fedi differenti è «una sfida non un lusso né aggiuntivo né opzionale. È qualcosa di cui il mondo, ferito da conflitti e divisioni, ha sempre più bisogno. In una società democratica e pluralistica come la nostra la cooperazione è un importante servizio al bene comune», ha detto Bergoglio nella sala della Nunziatura apostolica della capitale kenyota. Ricordando gli attacchi terroristici avvenuti nel Paese al Westgate Mall, al Garissa University College e a Mandera, il Santo Padre ha ribadito che il nome di Dio non deve mai essere usato per giustificare l’odio e la violenza.
Il ricordo degli attentati effettuati dal gruppo jihadista al Shabaab è ancora vivo tra i tanti leader religiosi venuti ad ascoltare papa Francesco. Sette mesi fa, nell’aprile del 2015, nel campus universitario di Garissa 148 persone, quasi tutti studenti, furono uccisi perché «altri giovani erano stati resi estremisti dalla fede». Seminare discordia e diffondere paura è l’imperativo di chi vuole imporre nel mondo una società basata sul terrore. Contro questa ideologia il Pontefice ha chiesto un’unità e messaggeri di pace che vengano riconosciuti come tali e per questo stimati e sostenuti dalla comunità internazionale.
La mia visita in Africa sia segno della stima della Chiesa per tutte le religioni e
rafforzi i nostri legami di amicizia.— Papa Francesco (@Pontifex_it) November 26, 2015
Il programma del secondo giorno di Francesco in Kenya prevede anche il primo grande evento di massa in terra africana. La santa messa nell’università di Nairobi è un’occasione di incontro e confronto con i giovani kenyoti, mentre l’appuntamento con il clero alla St.Mary’s School, scuola media e liceale fondata dai missionari spiritani irlandesi, è un’altra possibilità per il Pontefice di ribadire il tema del dialogo interreligioso. La giornata si conclude poi con una visita alle due agenzie dell’Onu impegnate nell’ambiente e negli insediamenti umani.
Camilla Colombo