Dieci anni, ma è come se fosse il primo. Papa Francesco arriva a compiere un decennio di pontificato proprio nei primi mesi in cui, dopo la morte del papa emerito Benedetto XVI, si trova da solo ai vertici della Chiesa. Parla a LaSestina lo storico del cristianesimo Giovanni Vian: «Bergoglio ha portato avanti il suo programma innovatore nonostante la presenza di Ratzinger». Ora il timore è quello che il pontefice possa dimettersi come fece il suo predecessore: «Se la sua salute peggiorerà, Francesco ne trarrà le conseguenze», spiega Vian.

I dieci anni – Il 13 marzo del 2013 la fumata bianca. «Sembra che i miei fratelli cardinali abbiano preso un papa alla fine del mondo», diceva Jorge Mario Bergoglio alla folla riunita in Piazza San Pietro per salutarlo. Dieci anni di impegno per i poveri e gli emarginati: «Il pontefice ha capovolto i rapporti di forza. La sua è la geopolitica degli ultimi», dice Giovanni Vian, docente di Storia del cristianesimo e delle chiese dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, a LaSestina. «Mentre i viaggi di Giovanni Paolo II mostravano la forza di governo del pontefice a tutte le latitudini, quelli di Francesco esprimono condivisione e partecipazione», afferma lo storico, che sottolinea i valori su cui si è incardinato il suo ministero: «Le povertà economiche e sociali, l’ambiente, la pace e anche una maggiore democraticità».

Il sud del mondo – Tre encicliche, cinque esortazioni apostoliche, e ancora la riforma economica e del diritto penale della Santa Sede. Tante le innovazioni di un papa apprezzato forse più fuori che in Europa. «Oggi sono molti di più i cardinali che provengono da Paesi fuori dal Vecchio Continente», commenta Vian. L’attenzione della Chiesa, con Bergoglio, è rivolta verso il Sud del mondo: i viaggi in Brasile, Cile, Congo, Repubblica Centrafricana, Sudan lo dimostrano. Proprio in quest’ultimo Paese, nel 2019, il pontefice esortò i governanti a cercare la pace baciando loro i piedi.

Finanze e pedofilia – Bergoglio si è dovuto confrontare anche con questioni ancora irrisolte come gli scandali dello Ior, l’Istituto per le Opere di Religione. L’affare Sindona o il crac del Banco Ambrosiano lo testimoniano. Lo storico Vian sottolinea che «il Vaticano ha apportato standard di controllo internazionali tramite istituzioni terze. C’è un impegno netto per la trasparenza da parte della Santa Sede». Anche gli abusi su donne e minori hanno fatto tremare il Vaticano: «La pedofilia è una patologia diffusa che si risana solo su tempi medio-lunghi. Mi sembra che le contromisure prese siano energiche e la vigilanza crescente», conclude il docente.

«Non sono ancora pronto» – Malgrado la dichiarazione di Bergoglio sul celibato, per Vian «si prefigurano comunque cambiamenti su questo versante». C’è però forse anche un’altra questione su cui il pontefice non sembra essere pronto, le dimissioni: «Governare la Chiesa è pilotare una portaerei, non una gondola. Francesco sta misurando le forze a disposizione», afferma lo studioso. Pertanto «se le sue condizioni di salute peggioreranno, ne trarrà le conseguenze», spiega Vian, sottolineando: «Ma non è ancora giunto questo momento».