La foto dell'attentatore sul sito de «Le Parisien»

La foto dell’attentatore sul sito de «Le Parisien»

Tutti conoscono il suo volto, i suoi abiti, le sue borse piene di armi. Persino il colore delle sue scarpe. Ma l’uomo che lunedì 18 ha sparato ferendo gravemente un fotografo nella redazione di “Libération” è ancora senza nome. Gli inquirenti affermano di avere “numerosi elementi” ma non sono ancora in grado di identificare il sospettato, un uomo fra i 35 e i 45 anni, in apparenza europeo, forse con la testa rasata (informazione non confermata, visto che nelle foto e video indossa sempre un cappellino). Ormai la polizia è certa che sia stato sempre lui venerdì 15 a fare irruzione, senza sparare, nella redazione di BFM TV, minacciando un giornalista con un fucile a pompa. L’uomo, che indossava un parka color kaki, alto 1,70-1,80, sarebbe poi tornato all’azione contro César, assistente fotografo di 27 anni, che si trovava nella redazione del giornale della gauche per realizzare un servizio fotografico sul Natale.

Circa due ore dopo, alle 12.15, nuova sparatoria, questa volta davanti alla sede della banca Société Générale nel quartiere della Défense, nell’immediata periferia di Parigi. Poco dopo l’uomo ha preso un automobilista in ostaggio e lo ha obbligato a portarlo dalla Défense agli Champs Elysées. Prima di lasciarlo andare gli avrebbe raccontato di essere appena uscito di prigione e di avere degli esplosivi nella borsa, aggiungendo: “sono pronto a tutto”.

“Tenuto contro delle similitudini in queste quattro situazioni nel modus operandi, nell’abbigliamento e nelle munizioni recuperate, la pista dell’autore unico è privilegiata”, ha affermato il procuratore di Parigi, François Molins. Gli inquirenti stanno verificando anche alcune delle telefonate ritenute più credibili di cittadini, esortati dal procuratore a dare informazioni utili. Il ministro dell’Interno Manuel Valls ha fatto il punto con gli inquirenti nella sede della polizia, al 36 di Quai des Orfevres: “c’è preoccupazione – ha ammesso il ministro – fin quando non lo prenderemo, sappiamo che può di nuovo passare all’azione”.

Stefania Cicco